Caos M5S, il nuovo appello a Grillo L’idea di un tagliando a settembre
Proposto un nuovo voto su Rousseau tra 7 mesi. Lite Fico-Lezzi E il via libera allo statuto dimezzerebbe i poteri di Crimi
Il Movimento si avvicina alla sua ora X. Mercoledì sarà una giornata cruciale non solo per il voto di fiducia a Draghi, ma anche per la nuova governance pentastellata. In caso di varo del nuovo statuto potrebbero aprirsi dei vuoti di potere, almeno stando alle ricostruzioni dell’ala ribelle. Non ci sarà più il capo politico e c’è chi sostiene: «Viene a mancare il nostro rappresentante legale». C’è chi parla di un «Crimi dimezzato» e spiega: «In quanto membro anziano del comitato di garanzia sarà infatti esclusivamente il presidente provvisorio (in qualità di unico componente supplente) di un comitato direttivo che deve essere composto, e il suo compito sarà quello di rinnovare questo organo il prima possibile». In sostanza, secondo i ribelli sarà la fine del periodo di reggenza.
La situazione in seno al Movimento rimane complessa: uno stallo difficile da superare a meno di due giorni dal voto di fiducia. L’ipotesiscissione è più che mai sul tavolo, ma nel fronte del no c’è anche chi frena. Si vocifera di una assemblea congiunta di deputati e senatori nelle ultime ore (mentre scriviamo non è stata ancora ufficialmente convocata, ndr) per tentare una mediazione finale. All’incontro potrebbe partecipare — come da richiesta di alcuni parlamentari — anche Beppe Grillo. Che il clima sia incandescente lo si evince anche dai botta e risposta pubblici. Come quello tra Roberto Fico e Barbara Lezzi. «Comprendo il malumore di chi non digerisce certe scelte e di chi nutre perplessità rispetto a decisioni che appaiono in contrasto con il nostro percorso. Ma dobbiamo adottare un cambio di prospettiva drastico», scrive il presidente della Camera. E puntualizza: «Il nuovo super ministero c’è». A stretto giro arriva la risposta della senatrice salentina: «Ho sempre apprezzato la tua onestà intellettuale, caro
Roberto, ma il tuo ultimo post è una profonda delusione. Vedi un ministero che non c’è». Fico nel suo post ringrazia Giuseppe Conte e ipotizza un futuro: «Abbiamo fatto tanta strada insieme, e sono certo che continueremo a farne ancora».
Gianluca Castaldi, invece, smentisce le voci di attrito con Crimi. Il senatore precisa: «Mi viene attribuita una affermazione («Gianluca Castaldi ha chiesto in assemblea dei senatori le dimissioni del capo politico») da me mai pronunciata. E che, nella maniera più assoluta, non corrisponde al mio pensiero che è di totale appoggio all’operato del capo politico Vito Crimi».
Nelle ultime ore si diffondono voci di un lavoro sotterraneo di diplomazia per cercare di frenare i malumori sia quelli legati alla gestione della trattativa sia quelli del fronte del no alla fiducia. C’è chi propone una sorta di «tagliando»: un nuovo voto su Rousseau a settembre per chiedere agli iscritti se rimanere o meno al governo. L’idea, però, non piace all’ala critica e anche a una parte dei vertici. «Votare una roba del genere durante il semestre
«Sostengo Crimi, non ho mai chiesto le sue dimissioni da capo politico»
bianco non ha senso», commentano.
Intanto Alessandro Di Battista continua a pungere. «Credo che l’Ue debba istituire, al più presto, una casa farmaceutica pubblica per non subire le bramosie di profitto delle multinazionali di Big Pharma», scrive l’ex deputato su Tpi. «Esiste il Mes sanitario? — si domanda —. Sarebbe opportuno investire queste risorse in un progetto comune di tale portata».