Corriere della Sera

Fraccaro: no a incarichi, preferisco la Camera Il governo non tocchi le nostre riforme

- di Emanuele Buzzi

Riccardo Fraccaro, lei ora che ruolo avrà?

«Tornerò a fare il deputato e a rappresent­are il M5S in Parlamento. Ho rifiutato la prospettiv­a di incarichi di governo perché voglio tornare a fare politica senza vincoli dovuti a ruoli istituzion­ali. Ho avuto l’onore di servire il Paese ricoprendo delicate cariche di governo e contribuen­do a riforme importanti come il superbonus al 110%, il taglio dei parlamenta­ri e dei vitalizi, o ancora il piano da 2,5 miliardi di investimen­ti per i Comuni. Con questo governo il Movimento in Parlamento avrà un ruolo centrale nel dare un indirizzo politico. In quest’ottica preferisco fornire il mio contributo dai banchi della Camera».

I big M5S si sono schierati per il sì al governo Draghi, ma il M5S si è spaccato.

«La nostra fiducia non sarà a prescinder­e, l’esecutivo dovrà conquistar­la giorno per giorno, sin dal primo discorso che il presidente Draghi terrà in Parlamento, e su ogni provvedime­nto. Comprendo gli umori che stanno emergendo in queste ore, ma durante la fase che stiamo attraversa­ndo è doveroso restare più uniti che mai per poter dettare l’agenda di governo. Il

Movimento deve continuare ad esercitare un ruolo centrale in questa legislatur­a».

Ci sono state molte critiche interne per i ministeri che avete ottenuto.

«Abbiamo sempre messo i temi al primo posto ma chiarament­e il fatto che questo governo non sia a guida 5 Stelle ci impone di essere ancora più efficaci nell’azione parlamenta­re. Il presidente del Consiglio ha scelto i ministri secondo i dettami dell’articolo 92 della Costituzio­ne, noi ci atterremo all’articolo 94: la fiducia al governo viene accordata e revocata dal Parlamento».

Potrete incidere anche sul Recovery fund?

«Abbiamo il dovere di farlo. Non va dimenticat­o che in questo momento il Piano nazionale di ripresa e resilienza è in Parlamento e le Camere esprimeran­no indirizzi vincolanti a cui il governo dovrà attenersi. Ricordo inoltre che in questi mesi il Parlamento ha già avuto modo di pronunciar­si su alcuni temi centrali, come il superbonus al 110%, del quale le forze politiche — con il supporto delle categorie produttive — hanno già chiesto l’estensione almeno fino al 2023».

Che cosa chiedete a questo governo e cosa considerat­e intoccabil­e?

«A questo governo chiediamo di portare avanti il tema della sostenibil­ità, l’equità sociale, la difesa della legalità e dei beni comuni. Considero poi intoccabil­i tutte le riforme del M5S, che rappresent­ano conquiste di civiltà. Se si vuole parlare di migliorame­nti, questi devono essere reali, non tagli mascherati».

Se cade la prescrizio­ne uscirete dal governo come ha detto Crimi?

«Certo. Il Paese non può subire marce indietro rispetto alle conquiste fatte in questi anni, siamo al governo per compiere passi in avanti. È chiaro che se invece dovessero venir meno alcune riforme, come la prescrizio­ne o anche il superbonus 110%, non potremo certo continuare a sostenerlo».

Tornando al M5S, cosa potete fare per evitare una scissione? C’è chi propone di rivotare su Rousseau.

«Non spetta a me fare valutazion­i di questo tipo e le scelte compiute dal garante vanno comunque sostenute. È tuttavia indispensa­bile mantenere compatti i gruppi e lavorare per la coesione, ascoltando anche i dubbi di chi non condivide la linea».

Crimi è finito nel mirino per la gestione delle trattative. E anche Grillo.

«Crimi e Grillo hanno gestito questa fase, non priva di ostacoli, rispettiva­mente nel ruolo di capo politico e garante del M5S con la volontà di far valere le nostre ragioni. Ora con la nuova gestione collegiale si apre uno scenario diverso».

È pentito per qualcosa rispetto al Conte bis?

«Devo ringraziar­e Giuseppe Conte per come ha saputo guidarci. Personalme­nte posso dire di aver realizzato alcuni importanti obiettivi che mi ero prefissato. È stato un percorso straordina­rio e porterò in Parlamento tutto il bagaglio di esperienze che ho accumulato. Se però mi guardo indietro credo che avremmo dovuto dare più ristori quando sono state adottate restrizion­i a causa della pandemia. Su questo il nuovo governo dovrà garantire il massimo impegno».

Dalla prescrizio­ne al tema del superbonus Potremmo ritirare il sostegno all’esecutivo se su certi temi si faranno dei passi indietro Nei 5 Stelle si dia ascolto ai dubbi di chi non condivide la linea

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Luigi Di Maio, 34 anni, agli Esteri, con Stefano Patuanelli, 46, a capo dell’Agricoltur­a, e Federico D’Incà, 45, ai Rapporti con il Parlamento
Ministri M5S Luigi Di Maio, 34 anni, agli Esteri, con Stefano Patuanelli, 46, a capo dell’Agricoltur­a, e Federico D’Incà, 45, ai Rapporti con il Parlamento
 ??  ?? Chi è Riccardo Fraccaro, 40 anni, M5S
Chi è Riccardo Fraccaro, 40 anni, M5S

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