Meena, nipote terribile che sfrutta la fama della «zietta» Kamala
L’amministrazione alle prese con famiglie invadenti
L’ultima cosa che Joe Biden e Kamala Harris possono desiderare è rischiare di essere messi dai critici sullo stesso piano del «presidente affarista» Donald Trump, più volte accusato di aver sfruttato il suo ruolo di commander-inchief anche a fini commerciali. Lui e i suoi figli, a partire da Ivanka e del genero Jared Kushner che hanno continuato ad avere interessi in brand di moda e in altre attività anche quando avevano incarichi alla Casa Bianca.
Attaccato in campagna elettorale per alcuni affari discutibili del figlio Hunter e col fratello minore, Frank, che spendeva volentieri il nome di Joe nella sua attività professionale, il presidente ha promesso più volte di tenersi alla larga da ogni conflitto d’interessi. La sua portavoce, Jen Psaki, aveva fissato l’asticella molto in alto: «Il nostro sarà il governo più etico della storia». Forse troppo in alto: Joe e Kamala sembrano al di sopra di ogni sospetto, i loro parenti un po’ meno.
La notizia che Hunter ad aprile pubblicherà un libro di memorie per il quale ha ricevuto un anticipo milionario suscita perplessità alla Casa Bianca, anche se papà Joe si è detto commosso dalla scelta del figlio di parlare pubblicamente della sua risalita dall’inferno della droga. E il fratello del presidente, Frank Biden, è stato censurato per aver usato i suoi legami con la Casa Bianca per pubblicizzare lo studio legale della Florida nel quale lavora.
Ma adesso i problemi più grossi li ha Kamala Harris con la nipote Meena, attivissima influencer che da anni vende capi d’abbigliamento, video, cuffie e libri per bambini, sfruttando la notorietà della zia. Per molto tempo Kamala, che ha aiutato la sorella Maya a crescere Meena, ha lasciato fare. Ma dopo le elezioni del 3 novembre le cose sono cambiate.
La nipotina terribile, però, all’inizio ha fatto orecchie da mercante alle richieste di cambiare rotta degli avvocati della Casa Bianca: alla sua linea di abbigliamento femminile Phenomenal Woman, donna fenomenale, (creata nel 2017, dopo la prima marcia delle donne contro Trump), ha aggiunto felpe e camicie con su scritto I’m Speaking!, le parole usate da Kamala in un confronto in tv con Mike Pence, e maglie col volto di Kamala e la sigla Mvp (Madame Vice President).
Criticata dal Los Angeles Times e anche dal Daily Mail, Meena sostiene di rispettare le regole etiche della Casa Bianca. Intanto ha tolto dal suo negozio online le felpe Mvp, mentre va avanti l’accordo con la Beats per cuffie audio con una frase («la prima ma non l’ultima») di zia Kamala, prima donna in un ruolo di presidenza Usa.
Parenti ingombranti per Joe e Kamala, ma anche casi difficili da gestire: Meena, un avvocato di 36 anni, ha esagerato coi costumi da bagno e le felpe con su scritto «zietta vicepresidente» (ora ritirati), ma l’attività commerciale e il ruolo di influencer risalgono a quattro anni fa quando si dimise da chief strategist di Uber per iniziare una nuova carriera. E anche Hunter l’accordo con Simon & Schuster per il libro l’ha siglato nel 2019, quando il padre era un candidato democratico che arrancava nelle retrovie dei sondaggi.