«Riciclava per Fassa» Fermato prima del decollo
L’indagine
Parodi, fiduciario dell’imprenditore, era in partenza per le Canarie
Con il senno di poi la più lucida di tutti, ad ascoltarla intercettata con il suo principale Giuseppe Parodi il 14 ottobre scorso, intenta a interrogarsi sulla verifica fiscale in corso della Guardia di finanza nella loro azienda e a temere il rischio che talune mail sequestrate nei computer potessero costituire «prove schiaccianti» sui rapporti fiscali compromettenti con il «re dalla calce» Paolo Fassa, era proprio la collaboratrice di Parodi. Cioè del 70enne professionista adesso arrestato con l’accusa di aver riciclato i proventi dell’evasione fiscale del 79enne patron del marchio «Fassa Bortolo», in parte già arpionati da Gdf e Procura di Milano che un mese fa a Fassa Bortolo, indagato per autoriciclaggio e frode fiscale da 1 milione e mezzo dopo averne pagati 5 all’Agenzia delle Entrate, avevano sequestrato a Genova lo yacht «Blanca» da 23 milioni. Per Parodi i pm Giordano Baggio e Paolo Storari hanno firmato un provvedimento di fermo per timore che stesse scappando in Spagna alle isole Canarie, a Las Palmas. «Io non ho mai firmato documenti dell’ingegnere, ma — si sfogava con il marito la collaboratrice di Parodi — non è quello il punto, è che lui è bello no... il 15 novembre va a Las Palmas, come dire, “ce l’ho fatta, scappo”. Capito il discorso? Rimane chi rimane...». In novembre l’uomo non era partito perché aveva dovuto gestire il dopoperquisizione nel quale era stato indagato. Ma ora la GdF lo ha seguito mentre riattualizzava i progetti di trasferirsi alle Canarie. Discorsi su una casa nell’arcipelago, e biglietti aerei fatti per sé e per la moglie con decollo fissato al 13 febbraio da Bergamo, hanno fatto drizzare le antenne degli inquirenti. E quando il fiduciario di Fassa è uscito di casa diretto all’aeroporto di Orio al Serio, i pm hanno deciso per il fermo, che ora dovrà essere confermato o meno dalla gip Elisabetta Mayer.