Lukaku il faro dalla «rissa» alla voglia matta di continuare a colpire ancora
Compiuta MILANO l’operazione sorpasso, l’Inter entra nella fase due: la missione distacco. A lanciare in orbita il razzo nerazzurro è stato Romelu Lukaku e, dopo la doppietta alla Lazio, attende il derby con il Milan contro il quale ha già segnato quattro reti: una ogni volta che l’ha incrociato. Con i rossoneri ha un conto aperto e pure con Zlatan Ibrahimovic, dopo la lite nei quarti di Coppa Italia del 26 gennaio.
Per chiarire quello scontro, il centravanti belga è stato sentito dagli ispettori della Procura Figc: Ricciardi, Scarpa ed Esposito, con quest’ultimo salito ad Appiano Gentile. Al fianco di Lukaku, lo storico avvocato dell’Inter, Angelo Capellini. Mezz’ora di colloquio per capire i motivi che hanno spinto il belga a reagire in modo così vistoso alla provocazione di Ibra. «Torna a fare le tue str... vudù, piccolo asino. Vai dalla mamma», l’insulto tutto in inglese dello svedese. Letteralmente: «Go to your voodoo shit, you little donkey». A Lukaku è stato chiesto se la parola sentita era davvero «asino» oppure «scimmia» . Era
Resta una brutta pagina, Lukaku replicò offendendo Ibra: «Parli di mia madre? Vaff... a te e tua moglie» e altri epiteti. Comportamenti censurabili. Lukaku se l’è presa in modo particolare perché molto legato alla mamma Adolphine. Ibra era già stato ascoltato e a questo punto, se l’accusa di razzismo cade, resta ben poco all’inchiesta. La Procura Federale ha tre strade: archiviare, deferire, patteggiare. L’Inter per Lukaku non si aspetta nessuna punizione, al massimo una lieve multa. Pure Ibra non dovrebbe rischiare un granché.
I due si ritroveranno in campo domenica e Lukaku ci arriva dall’alto del primo posto in serie A e nella classifica dei bomber, a quota 16 reti come Ronaldo, dopo aver segnato una doppietta alla Lazio e aver realizzato il 300° gol in carriera. «Lukaku ha dato una grande risposta. Veniva da qualche prova opaca, ma il ragazzo è a posto. Ci sta di attraversare un momento di forma più basso. È tornato in maniera prepotente e noi abbiamo bisogno di questo Romelu», ha sottolineato Conte.
Il centravanti belga è il faro dell’Inter, lo dimostrano i gol: 56 reti in 42 gare giocate in nerazzurro, una media di oltre una a partita. L’Inter è tornata in testa da sola, nel girone di ritorno, dopo più di dieci anni (16 maggio 2010, l’ultima volta), adesso ha la chance per staccare tutti, trascinata dal gigante Big Rom. Buono sì, ma non toccategli mamma.