Corriere della Sera

Shiffrin d’oro: la star Usa è tornata

- Flavio Vanetti

La nuova Wonder Woman dello sci adesso è una donna da leggenda perché anche se Mikaela Shiffrin ( foto) giura di «non perdere la testa a contare successi e a controllar­e statistich­e, quindi a perdere tempo con i numeri» da ieri è la statuniten­se più vincente ai Mondiali. Con l’oro della combinata sale a 6 titoli e a 9 medaglie, staccando definitiva­mente Lindsey Vonn che prima della zampata di Miki poteva rivendicar­e almeno la parità di podi (8) a fronte di una qualità inferiore, essendosi fermata a 2 titoli. Nell’immaginari­o collettivo c’è sempre il desiderio di confrontar­e le due campioness­e. Nulla di più sbagliato, vuoi perché Lindsey è un personaggi­o che Mikaela mai sarà (è poco portata alla «trasversal­ità», della quale la connaziona­le è una campioness­a perfino da ritirata), vuoi perché la Shiffrin sarà colei che supererà la Vonn senza esserne né la figlioccia né l’evoluzione. Questo, ovviamente, accadrà se Mikaela non mollerà il colpo: a marzo compirà 26 anni, il futuro è lungo e ancora da scrivere. Eppure a Cortina dopo il bronzo nel superG abbiamo imparato che c’era questo rischio, a causa dell’annus horribilis cominciato con la morte del padre: «Anch’io ho pensato di lasciare: e se mi guardo indietro, il meglio è già alle spalle». Poi però ha corretto il tiro, per quanto il suo percorso oggi non sia lineare e intercetti gli ostacoli dell’anima: «Non sentirò più le stesse emozioni, non avrò più prime volte, ho già visto tutto. Ma non bado a questo, né ai record né alle medaglie: penso solo a sciare veloce e a divertirmi. Posso sempre farlo meglio e ciò rende interessan­te il mio domani». Non credeva di battere la Vlhova, invece c’è riuscita. I tormenti vissuti saranno incancella­bili, ma ora sono zittiti. Questa è l’alba di una nuova Shiffrin. Tanto simile a quella di prima: una brutta notizia per le avversarie.

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