Infortuni e Nadal, l’Italia perde gli ultimi pezzi
Australian Open condizionato dai guai: Fognini out con lo spagnolo, Berrettini si ritira
L’Australian Open pandemico è una lotta per la sopravvivenza. Deve per forza esserci una relazione tra la quarantena obbligata e gli infortuni, veri, presunti e immaginari. «Mi stupisce che Djokovic stesse male, fosse in dubbio per il match con Raonic e poi, il giorno dopo, il dolore fosse sparito» dice Toni Nadal a
Marca, zio-tifoso del niño che a Melbourne rischia di superare Roger Federer ancora in bacino di carenaggio nel numero di titoli Slam (20): lo zione è malizioso perché anche Rafa non sta bene, sta gestendo il mal di schiena dall’inizio del torneo («All’Open Usa 2009 iniziai con uno stiramento addominale di 9 millimetri e finii che era diventato di 26 millimetri: giocare non fu una buona idea») ma ieri si è sbarazzato autorevolmente della mina vagante Fabio Fognini, che nel secondo set ha sprecato tre palle break, subendo il ritorno dello spagnolo. Alla sua età, con la sua sconfinata esperienza di infortuni, Nadal è un maestro nell’assorbire gli urti del tennis moderno che negli ottavi ha mietuto due vittime: il norvegese Ruud si è ritirato con Rublev (tre russi nei quarti di un Major per la prima volta: il derby tra Rublev e Medvedev, i due giocatori più in forma, promette scintille, la new entry Karatsev sfida il bulgaro Dimitrov), Matteo Berrettini non è nemmeno sceso in campo contro Tsitsipas, fermato da un infortunio alla parte alta dell’addome. «Non mi era mai successo — ha spiegato il romano numero 10 del mondo —, quando il dottore mi ha detto che se avessi giocato il problema sarebbe potuto peggiorare, ho deciso di non rischiare».
Finisce così, malinconicamente, l’Australian Open della giovane Italia che era volata a Melbourne piena di ambizioni e se ne riparte con la valigia mezza piena: la finale nell’Atp Cup della squadra, il titolo Atp 250 di Jannik Sinner, la corsa interrotta di Fognini e Berrettini. Continua, invece, quella di Serena Williams, che stamane testa la sua voglia di record (24 Slam) con il muro di gomma di Simona Halep, la romena che le sfilò Wimbledon 2019. Nell’infermeria di Melbourne, Serena quarantenne il 26 settembre è un fiore nel deserto.