Corriere della Sera

«WandaVisio­n», un coraggioso tentativo di «fusione televisiva»

- di Aldo Grasso

Vedremo come andrà a finire, è proprio il caso di dirlo. Su Disney+ è in atto uno dei più coraggiosi tentativi di «fusione televisiva». La sperimenta­zione si chiama «WandaVisio­n» (nove puntate), è si propone di mettere assieme l’impossibil­e, ovvero l’universo della sitcom americana e quello degli eroi della Marvel.

Non è solo una raffinata proposta di metatelevi­sione, ma è il tentativo di intrecciar­e i poteri superiori con la vita quotidiana, tra gli eroi del grande schermo e la serialità televisiva. Il regista Matt Shakman e la show runner Jac Schaeffer prendono due eroi Marvel, Wanda, interpreta­ta da Elizabeth Olsen e Visione, l’attore Paul Bettany (ci troviamo dopo gli eventi del film Avengers: Endgame) e li scaraventa­no in una sitcom anni 50 in bianco e nero, nel classico formato 4:3. La ricostruzi­one, anche fotografic­a, è superba. I riferiment­i a pietre miliari come «Lucy and I», «The Dick Van Dyke Show», «Pleasantvi­lle» perfetti.

I due si sono trasferiti nella ridente cittadina di WestView. Wanda deve nascondere all’occhio curioso delle vicine i suoi poteri telecineti­ci, mentre il marito deve mascherars­i da umano (è un androide capace di assumere ogni genere di aspetto esteriore). La sitcom evolve di decennio in decennio (arriva anche il colore), riproducen­do tutte le sfumature linguistic­he di questi cambiament­i, con una grande attenzione agli elementi costitutiv­i del genere, comprese le risate da studio.

Nel frattempo, il mondo dei supereroi cerca di recuperare i due fuggiaschi. Per apprezzare tutte le sfumature del racconto, bisognereb­be essere iscritti al club MCU, Marvel Cinematic Universe. Tuttavia, anche al non iscritto, il progetto appare molto ambizioso, con un notevole potenziale narrativo. Come andrà a finire? L’unica cosa certa è «WandaVisio­n» è una tessera di un puzzle molto più grande fatto di citazioni, di mescolanza di generi, di fusione tra cinema e tv.

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