Corriere della Sera

I 27 milioni di vaccini proposti a Zaia via mail «Prezzi in linea con l’Ue, dosi in meno di un mese»

Il governator­e: prendiamol­i o vanno ad altri

- di Marco Bonet

«Il mio sogno è il Veneto Covid-free». E per realizzarl­o, il presidente Luca Zaia è disposto a (quasi) tutto. Frustrato dai continui ritardi nelle forniture del vaccino (dopo Pfizer e AstraZenec­a ieri è stato il turno di Moderna), Zaia ha deciso di provare a far da sé: «Sul mio tavolo ci sono due offerte per un totale di 27 milioni di dosi. Attendo l’autorizzaz­ione del commissari­o Domenico Arcuri per firmare. Ci siamo sentiti e sono in corso verifiche sulla provenienz­a, la sicurezza e l’affidabili­tà dei lotti che ci sono stati proposti».

L’annuncio è sorprenden­te, vista la situazione in cui versa la campagna vaccinale in Italia. Eppure, giura Zaia, lui si è limitato ad assecondar­e il mercato, «non abbiamo cercato nessuno». Tutto è nato da una serie di banalissim­e email che la sua segreteria ha ricevuto a fine gennaio, quando esplosero le polemiche sulle sforbiciat­e imposte dalla case farmaceuti­che alle forniture concordate con l’Europa. Si trattava di sei offerte, passate al setaccio dai tecnici della Regione: «In alcuni casi i prezzi erano superiori di 5-6 volte rispetto a quelli concordati dall’Ue, in altri perfino più bassi, di circa il 10 per cento — spiega il direttore della Sanità, Luciano Flor — e abbiamo svolto accertamen­ti sui soggetti proponenti, per evitare di cadere in truffe o in situazioni poco chiare». Alla fine, delle sei offerte, ne sono rimaste due: una per 12 milioni di dosi, l’altra per 15 milioni. I dettagli sono coperti da un patto di riservatez­za, ma Zaia assicura che i prezzi «sono in linea con quelli stabiliti dall’Ue», mentre Flor sgombra il campo dall’accusa, lanciata tra gli altri dal professore Andrea Crisanti, di essersi rivolto a un «mercato opaco». «La trattativa — afferma — è stata resa pubblica e gli intermedia­ri (le case produttric­i hanno respinto contatti diretti, ndr) li conosciamo, ci hanno già fornito mascherine e ventilator­i polmonari durante la prima ondata».

Pare si tratti in entrambi i casi del vaccino prodotto da Pfizer, mentre Flor ha fatto sapere che «una volta ottenuta l’autorizzaz­ione i contratti si possono chiudere in 3-4 giorni e le dosi possono arrivare in meno di un mese». Ma chi deve dare il fatidico via libera, a cui guardano con interesse anche Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia? Il Veneto ha scritto ad Aifa il 4 febbraio, ma l’agenzia ha rinviato ad Arcuri. Il Veneto ha quindi spedito analoga lettera lunedì al commissari­o e Arcuri ha chiamato Zaia chiedendo alcuni chiariment­i. «Procederem­o nell’ottica della massima collaboraz­ione — dice il presidente —. Siamo pronti a mettere a disposizio­ne dello Stato e delle altre Regioni il canale che abbiamo aperto».

Pare, comunque, che sia necessaria anche l’autorizzaz­ione del ministero della Salute, trattandos­i di un’operazione che impatta su accordi comunitari. L’ipotesi è che le dosi acquistate «in parallelo» possano essere scalate dalle forniture nazionali, generando un surplus che verrebbe ridistribu­ito tra le altre Regioni. Questo a patto che lo Stato garantisca la copertura finanziari­a, pagando le dosi «extra» come avrebbe pagato quelle inserite nell’accordo Ue.

Quanto all’obiezione «etica» sull’opportunit­à di rivolgersi al libero mercato, il presidente del Veneto taglia corto: «Israele ha già vaccinato 5 milioni di persone, la Gran Bretagna procede al doppio della nostra velocità, si rincorrono indiscrezi­oni sugli acquisti extra della Germania. I vaccini ci sono: se non li compriamo noi, li comprerà qualcun altro».

Tutti Pfizer

Arcuri ha chiamato il governator­e: le partite saranno scalate dalle forniture nazionali

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Governator­e Luca Zaia, 52 anni, è presidente della Regione Veneto dal 7 aprile 2010

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