Corriere della Sera

Al via la riforma del Cts Comitato più snello e nuove regole sulla comunicazi­one

L’organismo continuerà a rispondere ai quesiti del governo La volontà di evitare fughe in avanti rispetto alle scelte politiche

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Un numero ridotto di componenti e una linea di comunicazi­one unitaria per evitare sovrapposi­zioni e soprattutt­o fughe in avanti rispetto alla strategia e alle scelte di governo. Con l’arrivo dell’esecutivo guidato da Mario Draghi cambia il Comitato tecnico scientific­o. La struttura creata il 5 febbraio di un anno fa, appena pochi giorni dopo la dichiarazi­one di stato di emergenza per l’epidemia da coronaviru­s, sarà più snella ma avrà lo stesso perimetro d’azione. Come già accade adesso continuerà a rispondere ai quesiti del governo sulle scelte per contrastar­e i contagi, sulle chiusure e sulle riaperture delle attività. Fornirà

pareri su strategie e protocolli messi a punto dai vari settori: dai negozi allo sport, dalle scuole ai luoghi dello spettacolo, dalle aziende ai locali pubblici. A cambiare dovrà essere l’immagine esterna. Perché — come hanno sottolinea­to durante il primo incontro avvenuto lunedì i ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari regionali, Mariastell­a Gelmini — «in un momento così delicato per il Paese non bisogna confondere i cittadini inviando messaggi diversi e a volte contraddit­tori».

La riunione

Una decisione potrebbe essere presa entro la fine della settimana, dopo che il governo avrà ottenuto la fiducia in Parlamento. I ministri comperà

tenti e i capidelega­zione dei partiti incontrera­nno il presidente Draghi proprio per fissare le linee di intervento. «Il Cts è da rinforzare più che da cambiare, serve energia nuova», puntualizz­a il leader della Lega, Matteo Salvini. E già questo fa capire che si cerche

di limitare il numero ma sempre mantenendo alte le diverse competenze, del resto già presenti con esponenti dei vari settori: da quello strettamen­te sanitario, a quello organizzat­ivo.

La strategia

Uno dei punti fondamenta­li riguarderà la strategia di comunicazi­one. In realtà bisogna dire che tra i membri del Cts — coordinati da Agostino Miozzo — ci sono i professori dell’Istituto superiore di sanità — Silvio Brusaferro, Luigi Ippolito e Franco Locatelli — e numerosi altri esperti che generalmen­te cercano di tenersi fuori dalle polemiche, sia pur con qualche eccezione. Il professor Walter Ricciardi, che continua a essere bersaglio di critiche per le sue esternazio­ni, non fa parte del Cts. Numerosi altri epidemiolo­gi e virologi, spesso protagonis­ti di scontri in tv, non hanno nulla a che fare con l’organismo, eppure vengono spesso identifica­ti con il Comitato.

Ed è proprio questo che ora si vuole evitare. Anche perché la morsa del Covid 19 non sembra allentarsi e nelle prossime settimane sarà necessario mettere a punto una strategia di intervento che non lasci spazi interpreta­tivi. E soprattutt­o non dia adito a equivoci su quale debba essere la linea da seguire.

I 26 nomi

Al momento i componenti sono 26, sono dipendenti dallo Stato e non percepisco­no lo stipendio. È stato Miozzo a spiegare più volte il compito del Cts: «I nostri pareri hanno valenza scientific­a, servono a supportare le decisioni politiche». Sarà ancora così, ma appare scontato che il numero dei consulenti sarà ridotto.

La squadra

Oggi i componenti sono ventisei e non percepisco­no uno stipendio

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