Vaccini al sambodromo: Rio archivia la festa
Carnevale virtuale, si balla solo nelle favelas e in qualche spiaggia. Bolsonaro infrange le regole
Al Sambódromo progettato da Oscar Neimeyer, a Rio de Janeiro, il silenzio è sovrano. Non c’è musica né gioia. Lungo il grande viale del Marquês de Sapucaí, dove ogni anno ballano le scuole di samba, in questo Carnevale di pandemia sfilano a passo d’uomo le auto che accompagnano gli ultraottantenni. Sotto le tende aspettano gli infermieri con il vaccino anti-Covid. La festa è saltata, con perdite stimate intorno a 1,2 miliardi di euro.
Tra costumisti, musicisti, ballerini e artigiani, le scuole di samba danno impiego ogni anno a centinaia di persone. E poi c’è l’indotto, con migliaia di turisti che affollano le città.
O Carnaval si è arreso alla pandemia, le gradinate del Sambódromo sono deserte. Hildemar Diniz, 87 anni, soprannominato O Monarco, alza le spalle: «Ora pensiamo alla vita, avremo altri carnevali» proclama. È il presidente della scuola di samba di Portela, una delle più antiche della città, ed è sicuro di avere davanti a sé ancora molti anni, dopo quell’iniezione tanto attesa. Il sindaco di Rio ha aperto ai primi di febbraio il centro di vaccinazioni nel Sambódromo, approfittando dell’Avenida di norma destinata alla Parata di carri allegorici e ballerini per far sì che gli anziani si mettano in coda nel «drivethrough» senza mai scendere dall’auto. La vaccinazione di massa però va a rilento: in tutto il Brasile, hanno immunizzato poco più del 2% dei 212 milioni di abitanti. E domani a Rio si fermerà perché non sono arrivate le dosi previste. Intanto la gente continua a cadere: sono oltre 240.000 i morti per Covid-19 in Brasile. A Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, manca ancora l’ossigeno e sono quintuplicati i decessi rispetto a dicembre: tutti i posti letto in terapia intensiva sono pieni e le liste di attesa dei pazienti gravi o critici non sono state smaltite nelle ultime settimane, dice Medici Senza Frontiere.
Le scuole di samba si sono fermate o hanno sfilato in modo virtuale, sui social. Nonostante i divieti, però, migliaia di persone hanno partecipato a balli in maschera estemporanei, soprattutto nelle favelas, o si sono riversate sulle spiagge. A dare il cattivo esempio ci ha pensato Jair Bolsonaro, che è andato al mare con i figli nello stato di Santa Catarina. Giro in moto d’acqua, bagno di folla sulla spiaggia, tanti selfie: il presidente negazionista che invitava i brasiliani a «non fare le femminucce» per paura del Covid, continua ad infrangere l’obbligo di distanziamento. Forse, ne dovrà rispondere davanti a un tribunale, oltre che alla sua coscienza. Il quotidiano Folha de S.Paulo informava ieri che sono in corso ben nove inchieste giudiziarie che coinvolgono Bolsonaro. Tra queste, figura l’accusa di non aver rispettato le regole di prevenzione anti-contagio, come l’uso delle mascherine o il divieto d’assembramento.