Da Crimi a Madia, da Centinaio a Zampa Il match su 40 posti da sottosegretario
In arrivo un decreto per ridefinire le deleghe tra i vari ministeri L’ambasciatore Mattiolo consigliere diplomatico di Palazzo Chigi
Un decreto che ridefinisca il perimetro e le deleghe di alcuni ministeri, in testa i due nuovi della Transizione ecologica e della Transizione digitale, è già in fase di scrittura presso l’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Un lavoro complesso e delicato che prevederà anche lo spacchettamento dei Beni culturali dal Turismo, affidato al leghista Massimo Garavaglia.
Il decreto vedrà la luce la prossima settimana, e non sarà facile trasferire personale e competenze da un dicastero all’altro. Sino ad ora le certezze appaiono almeno due: il trasloco delle deleghe sull’energia dal Mise al nuovo ministero dell’Ambiente guidato da Roberto Cingolani, che dovrebbe ricevere dal ministero dei Trasporti anche risorse e uomini legati alla mobilità sostenibile; il ministero di Vittorio Colao, dedicato alla Transizione digitale, dovrebbe anch’esso rafforzarsi con un trasferimento delle Comunicazioni sempre da parte del Mise.
A Palazzo Chigi
Sulla squadra di Draghi si aggiungono altri tasselli. Oltre alla riconferma del segretario generale Roberto Chieppa, alla nomina del sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, alla scelta di Antonio Funiciello come capo di gabinetto, ieri il capo del governo ha nominato anche Paola Ansuini (Bankitalia) che prenderà il ruolo di direttore della Comunicazione, e l’ambasciatore Luigi Mattiolo (proveniente da Berlino) come consigliere diplomatico e sherpa per il G20. Se decidesse di non tenerla per sé, Draghi potrebbe affidare la delega ai Servizi segreti, fra quelle maggiormente fiduciarie, al capo della polizia Franco Gabrielli, ieri avvistato a Palazzo Chigi. Mentre come segretaria particolare è in arrivo sempre da Bankitalia Maria Grazia Ciorra. Ancora in forse la delega del nuovo sottosegretario all’Editoria, ma l’attuale Andrea Martella potrebbe anche essere riconfermato.
Le deleghe
In tutto sono circa 40 le deleghe da assegnare, in larga parte a favore dei sottosegretari e dei viceministri. Ancora nulla è stato deciso. Draghi prenderà in mano il dossier nel fine settimana, dopo avere incassato la fiducia in Parlamento. Uno schema di massima ipotizza 12/13 sottosegratari al M5S, 7 alla Lega, 7 al Pd, 5/6 a Forza Italia. I restanti saranno distribuiti fra i piccoli partiti: 2 a Italia viva, 2 a Leu, 3 o 4 fra Centro democratico, +Europa, Azione, Udc, Maie e Autonomie.
I difficili equilibri
C’è certamente il ministero dell’Interno. I due vice uscenti Vito Crimi (M5S) e Matteo Mauri (Pd) sono in pole position per essere riconfermati. Allo stesso tempo Matteo Salvini vorrà inserire uno dei suoi per avere voce in capitolo su sicurezza e migranti. E qui sembra essere una corsa a due fra Stefano Candiani e Nicola Molteni. Con il primo favorito sul secondo per il suo approccio più moderato.
Uno schema simile potrebbe riproporsi al ministero della Salute, per il quale il leader della Lega pretende un cambio di passo, soprattutto nella comunicazione. E se Pier Paolo Sileri sembra destinato alla riconferma — in corsa anche la grillina Maria Domenica Castellone — a via Bellerio si fanno due nomi: Gian Marco Centinaio e Luca Coletto. Per il Pd aspira alla riconferma l’uscente Sandra Zampa, che gode della stima trasversale all’interno del ministero. Per l’Economia corrono gli uscenti Laura Castelli (M5S) e Antonio Misiani (Pd). Potrebbe arrivare anche Gilberto Pichetto Fratin (FI). Mentre in casa Lega si giocano una casella economica Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. Alla Giustizia si fanno i nomi di Gennaro Migliore (Iv), Francesco Paolo Sisto (FI), Francesca Businarolo (M5S). Mentre per il Pd — dove si è scatenata la rivolta delle donne — è quotata Valeria Valente. Senza dimenticare l’uscente Andrea Giorgis, assai stimato in via Arenula. Tra i nomi per la Cultura, quello di Lucia Borgonzoni (Lega). E per i due nuovi ministeri girano i nomi di Rosella Muroni di Leu (Transizione ecologica), il grillino Luca Carabetta e la dem Marianna Madia (Transizione digitale). Certo è che la sintesi finale terrà insieme gli equilibri di genere e le rivendicazione dei dirigenti del Sud.
I Servizi Per la delega sui servizi segreti circola anche il nome del capo della Polizia Franco Gabrielli