Corriere della Sera

La cometa che ha ucciso i dinosauri

L’ipotesi che l’estinzione di massa sulla Terra di 66 milioni di anni fa non sia dovuta a un asteroide «Il sistema solare ha agito come un flipper»

- di Giovanni Caprara

Due scienziati hanno trovato il preciso colpevole dell’annientame­nto dei dinosauri 66 milioni di anni fa. Grazie ad una minuziosa indagine hanno stabilito con ragionevol­e certezza che sia stata la caduta di una cometa e non di un asteroide come da decenni si discuteva. Il corpo celeste aveva un diametro intorno ai 14 chilometri e cadendo sulla Terra, provocò un immane disastro alterando l’ambiente sino a causare l’estinzione dei grandi dominatori. Le conseguenz­e segnarono in modo radicale lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.

Ma come era arrivato e da dove, l’imponente bolide cosmico ? La domanda sul devastante l’impatto, la cui tesi ha preso il sopravvent­o rispetto all’altra idea che vedeva la fine dei giganti per un’atmosfera sconvolta da eruzioni vulcaniche, se la sono posta due ricercator­i del Center for Astrophysi­cs Harvard-Smithsonia­n (Usa) definendo i dettagli di una storia particolar­mente attraente. La prima prova del tremendo evento era stata l’individuaz­ione nei primi anni Novanta dei resti del grande cratere Chicxulub del diametro di 150 chilometri scavato dalla cometa e scoperto sotto la penisola dello Yucatan, nell’attuale Messico. Il devastante risultato fu un’improvvisa estinzione di massa che portò alla scomparsa non solo dei dinosauri ma addirittur­a di tre quarti delle specie vegetali e animali viventi sulla Terra. Le tonnellate di materiale scagliato nell’aria e distribuit­o intorno al globo resero l’ambiente quasi impossibil­e.

Nello studio pubblicato sui Scientific Reports della rivista scientific­a Nature i due scienziati Amir Siraj e Avi Loeb elaborano una nuova teoria che ricostruis­ce il drammatico evento puntando il dito contro Giove, il più massiccio pianeta del sistema solare.

Attraverso simulazion­i numeriche hanno stabilito come molte comete disturbate dalla forte azione gravitazio­nale di Giove vengano strappate dalla nube di Oort, cioè dal serbatoio di relitti della formazione dei pianeti che avvolge l’intero corteo planetario. «Il sistema solare agisce come una sorta di flipper — spiega Siraj — e così gli astri con la coda arrivano in prossimità del Sole».

Nel loro viaggio il destino è talvolta infelice come era accaduto nel luglio 1994 quando la cometa Shoemaker-Levy si è sbriciolat­a proprio in prossimità di Giove precipitan­do come una collana di perle brutalment­e rotta nel gorgo dell’atmosfera gioviana. Secondo Siraj e Loeb il 20 per cento delle comete finiscono in questo modo, precipitan­do sui pianeti, e una parte, nel corso di milioni di anni, ha la probabilit­à di cadere sulla Terra. Le loro indagini inoltre sono coincident­i con l’età dell’impatto di Chicxulub portando alla seconda prova dell’accaduto. I reperti individuat­i nel cratere sono formati da condrite carboniosa e ciò contraster­ebbe con la teoria che fosse stato un asteroide provenient­e dalla fascia asteroidal­e tra Marte e Giove a colpire la penisola dello Yucatan. «Le condriti carboniose — concludono gli studiosi — sono rare tra gli asteroidi della fascia principale, ma diffuse sulle comete provenient­i dalla nube di Oort e ciò costituisc­e un elemento a favore di questo tipo di impatto».

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(Getty Images) L’impatto Ricostruzi­one artistica dell’impatto di 66 milioni di anni fa al largo della penisola dello Yucatan che estinse i dinosauri. Secondo una nuova ipotesi non fu dovuto a un asteroide, ma a una cometa
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