«Mamma se ne andò da casa A mio figlio Niccolò non ho raccontato la mia vita»
Gli 80 anni del grande psicoanalista: solo oggi l’ho perdonata
Professore, lei è entrato nell’ottantesimo anno di una vita consacrata ai bambini. Ma raramente nelle interviste le chiedono: com’è stata la sua infanzia?
«Un’infanzia particolare: mia madre se ne andò da casa negli anni Cinquanta, un’epoca in cui quasi nessuno lasciava il tetto coniugale, specie le donne. Eppure lei ci lasciò, ma non solo: andando via trovò se stessa, cominciò a lavorare, fece carriera. Assieme alla morte prematura di mia sorella, per una meningite fulminante, penso che questo sia stato decisivo nelle mie scelte di vita e lavoro. Tanto per capirci, nella mia scuola ero l’unico bambino figlio di separati».
A volte basta un dettaglio per illuminare una persona. E un dettaglio come questo può spiegare come mai Massimo Ammaniti, 80 anni a luglio, sia diventato uno dei più importanti specialisti del cervello e della mente dei bambini e degli adolescenti. Neuropsichiatra e psicoanalista, qui racconta qualcosa di cui parla raramente: la sua vita privata, così ricca di colpi di scena che assomiglia ad un romanzo. Un po’ come quelli che scrive il figlio, Niccolò. «Non credo che lui conosca bene la mia vicenda. Non ricordo di avergliene parlato», osserva. E inizia qui, nel suo studio romano, una piccola storia turgeneviana, di padri e figli.
Come in ogni favola freudiana, però, si comincia con una domanda fondamentale: chi era sua madre?
«Si chiamava Filomena Giorgi. Donna curiosa e intelligente che, però, dovette sposarsi a soli diciotto anni in virtù di un matrimonio organizzato tra famiglie. Così entrò in una casa borghese, con un marito — mio padre — che era un pediatra bravo e rigoroso, ma di cultura tradizionalista. Diciamo pure fascista, via. Un orizzonte, quello, troppo circoscritto per lei, donna di sinistra e di vedute ampie».
Sua madre seguì il suo nuovo amore e la sua vita cambiò, ma lontano da voi.
«Dopo la separazione fondò addirittura una sua impresa di costruzioni, organizzò un coltissimo