Corriere della Sera

Licenziame­nti, stop solo se l’attività è chiusa per legge

- Enrico Marro

Proroga del blocco dei licenziame­nti solo per le attività chiuse per legge. Negli altri casi, soluzioni per uscire gradualmen­te dal divieto di licenziare. È questa la posizione illustrata ieri dalla Confindust­ria al nuovo ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha concluso le consultazi­oni con le parti sociali in vista del decreto Ristori 5 e di una riforma degli ammortizza­tori sociali. Una posizione quindi molto distante da quella dei sindacati, che hanno chiesto a Orlando di prorogare per tutti il blocco, che altrimenti scadrebbe il 31 marzo. Per questo l’ipotesi che prende quota è quella di una miniprorog­a, forse fino a giugno in attesa di concordare un’exit strategy.

«Dove ci sono attività ferme perché il governo decide di fermarle — ha detto il vicepresid­ente di Confindust­ria, Maurizio Stirpe — è giusto che ci sia il blocco dei licenziame­nti, così come è corretto che ci sia il riconoscim­ento dei costi di gestione e il differimen­to degli oneri fiscali e contributi­vi. Ma dove non ci sono condizioni di sospension­e per legge, ma riduzione di attività dovute al mercato, dobbiamo consentire alle aziende di potersi riposizion­are, per far ripartire il mercato del lavoro». Stirpe ha quindi criticato il metodo del confronto separato seguito da Orlando, chiedendo al ministro di mettere le parti sociali intorno a uno stesso tavolo. Orlando ha assicurato di voler «impostare un metodo di lavoro improntato al massimo confronto e all’ascolto». Ha quindi promesso per fine mese «un documento con un impianto di riforma sul tema degli ammortizza­tori sociali e un’agenda di lavoro e di priorità, tra le quali ho indicato, anche alla luce degli allarmanti dati diffusi in questi giorni, la perdita di posti di lavoro per donne e giovani».

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