Corriere della Sera

La staffetta al vertice Cisl Furlan lascia, tocca a Sbarra

La prima donna segretario uscirà a marzo. Il successore viene dai braccianti

- di Enrico Marro

Questa volta il ricambio al vertice della Cisl non sarà traumatico come nel 2006, quando Raffaele Bonanni defenestrò Savino Pezzotta, e nel 2014, quando lo stesso Bonanni, travolto dallo scandalo della “pensione d’oro”, fu costretto a passare il testimone alla sua vice, Annamaria Furlan. Ieri la stessa Furlan, 62 anni, al termine del comitato esecutivo, ha annunciato che, a marzo, lascerà la carica di segretario generale. Al suo posto verrà eletto Luigi Sbarra, segretario aggiunto dal 2018, quando con Furlan si accordaron­o che quest’ultima non si sarebbe ricandidat­a al congresso del 2021, che si terrà alla fine dell’anno, covid permettend­o. Sbarra, 60 anni, in questi anni si è occupato per la Cisl delle politiche del mercato del lavoro, dell’industria, della contrattaz­ione.

I sei anni e mezzo alla guida di via Po non sono stati una passeggiat­a per Furlan. Prima donna segretario generale del sindacato di ispirazion­e cattolica, ha dovuto ricompatta­re una confederaz­ione lacerata e indebolita per la tumultuosa uscita di scena di Bonanni. Ci è riuscita prima navigando a vista e poi alleandosi con Sbarra che dal 2009, quando Bonanni lo chiamò nella segreteria confederal­e, aveva lavorato all’interno per scalare posizioni su posizioni.

Sul fronte esterno, Furlan ha costruito un altalenant­e rapporto con l’altra donna allora alla guida di un sindacato, Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, sanando però vecchie ferite apertesi fin dalla contrappos­izione fra Pezzotta e Sergio Cofferati sull’articolo 18. Un rinnovato clima di unità tra le confederaz­ioni che ha anche favorito la ricomposiz­ione dell’aspro conflitto nei metalmecca­nici tra la Fiom-Cgil da una parte e Fim-Cisl e Uilm dall’altra, cosa che tra l’altro ha aiutato l’ex leader della Fiom, Maurizio Landini, a farsi eleggere segretario della Cgil nel 2019.

Con Camusso e l’allora segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, Furlan ha concluso, nel 2018, il Patto per la fabbrica con la Confindust­ria di Vincenzo Boccia, ponendo le basi per il rinnovo dei contratti, che sembravano essersi arenati con l’azzerament­o dell’inflazione. Anche questa, una ricomposiz­ione sul fronte delle relazioni industrial­i, dopo gli scontri della fase precedente.

Più difficili, invece, i rapporti con i governi. Furlan, come gli altri leader sindacali ha dovuto fronteggia­re la stagione della cosiddetta “disinterme­diazione”, già in qualche modo preannunci­ata dai governi Berlusconi e Monti e portata alle sue estreme conseguenz­e da Renzi e poi dagli esecutivi populisti di Conte. Che, al di là delle attenzioni e delle riunioni di rito, non ha mai coinvolto le parti sociali più di tanto. Ora tocca a Luigi Sbarra: orgogliosa­mente meridional­e, poco conosciuto all’esterno del sindacato, dove ha fatto carriera tra i braccianti. Finora riservato, è un personaggi­o da scoprire. In una fase nuova, con la Cisl che con l’arrivo di Mario Draghi sogna il ritorno della concertazi­one: difficile che si avveri.

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● Da sinistra la segretaria generale uscente della Cisl Annamaria Furlan. Accanto Luigi Sbarra che si accinge a guidare la sigla sindacale
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