Corriere della Sera

Da Giotto al ’900 L’arte racconta la Commedia (e il suo autore)

- di Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Non solo parole ma anche visioni. Immagini sublimi: dipinti, disegni, sculture, per raccontare Dante Alighieri. Trecento opere, da Giotto a Casorati, che saranno esposte a Forlì per una mostra, Dante. La visione dell’arte, presentata ieri e in programma dal 1° aprile all’11 luglio ai Musei San Domenico. È un evento. Mai prima d’ora l’universo dantesco era stato rappresent­ato con un percorso espositivo ricchissim­o che dal Medioevo giunge fino alla contempora­neità. Ci sono capolavori che arrivano dalla Galleria degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dalla Galleria Borghese, da Capodimont­e, dall’Ermitage e da altre collezioni italiane e internazio­nali. Pronti a testimonia­re la gloria del Poeta, come il Polittico di Giotto custodito nella basilica di

Santa Croce a Firenze nel quale Maria con gli angeli attorno richiama i temi del Paradiso. Oppure il Giudizio universale del Beato Angelico, il Ratto di Ganimede disegnato da Michelange­lo.

Firenze ha un ruolo principe in questa mostra nata da un’idea da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Ma i curatori — Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca — non si sono fermati alla città natale del padre della lingua italiana. E hanno viaggiato nel tempo sino ai nostri tempi.

Dunque ecco il gigantesco quadro La Visione del Paradiso del Tintoretto. E ancora Joseph Anton Koch, con Dante e Virgilio portati in volo da Gerione. C’è il Lucifero di Franz von Stuck e Felice Casorati con Per sé e per suo ciel concepe e figlia.

In esposizion­e ci saranno le prime edizioni della Divina Commedia e alcuni dei più importanti codici miniati del Quattordic­esimo e Quindicesi­mo secolo. Alcune sezioni saranno dedicate alle visioni di Dante nel Rinascimen­to, a come lo pensarono i neoclassic­i, i romantici, e i moderni. Perché — come spiega Gianfranco Brunelli — «non solo la Commedia ma tutto Dante si rispecchie­rà nell’arte» e — come sottolinea Eike Schmidt — «l’Alighieri è anche conforto spirituale e riferiment­o culturale comune e immortale».

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