Arisa: «Sono finalmente padrona della mia musica»
«Quello di quest’anno è un Festival con tante difficoltà, noi siamo intrattenitori e proviamo a fare quello che si può. Quando una cosa ti dà tanto devi restituirle qualcosa». Arisa racconta così la sua settima presenza, compresa quella da co-conduttrice con Carlo Conti ed Emma, a Sanremo. Ci va con «Potevi fare di più», una ballad scritta per lei da Gigi D’Alessio. «È un brano di grande verità e autenticità nel testo. Stimo tantissimo Gigi, maestro nella musica e persona sensibile. Abbiamo chiacchierato tanto e ci siamo raccontati: quando è arrivata questa canzone mi sono commossa». Storia di una relazione tossica che sembra alle spalle. «Un messaggio non solo per le donne ma per tutti: se c’è una situazione che non ti rende felice devi fare in modo che le cose cambino». La scena più dura della canzone è il rientro a casa dopo l’addio con solo il cane a fare le feste. «Io di cani ne ho due e ho discusso con Gigi perché li mettesse entrambi. Lui dice che al singolare l’immagine è più forte. Chissà, in una delle serate potrei fargli uno scherzo e cambiare testo».
Prima dell’estate uscirà un album. «Ci sto lavorando con i miei tempi. Voglio essere padrona di quello che uscirà, decidere i tempi e le canzoni». Non sempre è stato così. «Ero inesperta, adesso voglio buttarmi sulle cose e dare dignità ai miei sentimenti. Prima di tutto ci vuole amore verso se stessi». Non sempre lei lo ha avuto. «Sono finalmente riuscita a uscire da situazioni, personali e professionali, in cui ero in balìa di tutti. Vedevo il cielo azzurro ma se attorno a me dicevano che era giallo mi convincevo che fosse sbagliato quello che pensavo. Da ragazzina seguivo l’istinto e l’intuito e ora sono tornata a farlo. Grazie anche al trasferimento a Roma per Amici: erano anni che non stavo ferma e non riuscivo a cambiare il giro di persone che mi stava intorno».
Ha fatto anche a pugni con la sua musica, la canzone melodica, ha spaziato dai Club Dogo a dei veri indie come La Scapigliatura al pop elettronico: «Ho provato a spaziare, ad aprire delle finestre, però sono cresciuta con la musica che trasuda italianità e lì sono tornata. Devo sempre cambiare. Non solo nella musica. Anche quando mi sono imbruttita è perché sentivo che dovevo essere così in quel momento. Cerco anche di spiegarlo alla mia psicologa ma lei non coglie...».