Da Aldo Rossi fino a Salgado Un anno di foto, idee e miti
Prevista la riapertura di Casaballa. Rivisitata la collezione permanente
Se «Una storia per il futuro», mostra di riapertura del MAXXI è un flashback emozionale sui primi dieci anni di attività, il cartellone 2021 è una festa lunga un anno intero. Una spericolata successione di collettive, monografiche, iniziative, progetti speciali, che non escludono niente e nessuno. Fotografia, architettura, design, grandi maestri, protagonisti del contemporaneo e nuovi talenti.
Da segnare subito in agenda, le mostre tributo a tre figure d’eccezione che il primo museo nazionale in Italia dedicato alla creatività contemporanea mette in calendario: Aldo Rossi (9 marzo-17 ottobre), Giacomo Balla («Casaballa. Dalla casa all’universo e ritorno», 26 maggio-24 ottobre), Sebastião Salgado (1° ottobre-13 febbraio 2022).
Gigante del pensiero progettuale, primo italiano ad aggiudicarsi nel 1990 quel Nobel dell’architettura che è il Pritzker Prize — Renzo Piano lo vince nel 1998 —, Rossi è raccontato da documenti, disegni, progetti e una mirabile
Alle nuove promesse andranno le vetrine di tanti premi come il MAXXI Bvlgari Prize
sequenza di modelli che giungono a Roma da archivi di tutto il mondo.
I lavori di Balla, artista evergreen, la cui modernità sembra crescere con il passare del tempo, si confrontano con opere realizzate per l’occasione da architetti e designer quali Patricia Urquiola o Beka & Lemoine, mentre — autentico evento cultural mondano — si apre alle visite la casa romana di via Oslavia 39, che il padre del Futurismo trasformò in opera d’arte totale. «Un anti Bauhaus dove la funzionalità cedeva il posto alla più sfrenata giocosità», ha detto Pablo Echaurren.
Del brasiliano Salgado, monumento vivente della fotografia, arriva per la prima volta in Italia il ciclo «Amazônia»: 200 immagini, risultato dei sei anni di lavoro nella giungla brasiliana, messa a rischio — come denuncia da tempo il fotografo — «da una deforestazione programmatica».
Altri appuntamenti con le arti fotografiche, quelli con i «ritratti dell’anima» di Giovanni Gastel (da Bebe Vio a Marco Pannella, fino al 7 marzo) e gli scatti di Mario Giacomelli in dialogo con i Cretti e le Combustioni di Alberto Burri (ottobre-novembre). Il filone architettura, invece, vira al rosa con l’omaggio del regista anglosassone Isaac Julien alla progettista italo-brasiliana Lina Bo Bardi (fino al 28 febbraio), ideale premessa al viaggio nell’architettura al femminile del XX secolo, da pioniere come Eileen Grey e la stessa Bo Bardi ad archistar quali Zaha Hadid e Gae Aulenti, costituito da «Buone Nuove» (26 novembre-24 aprile 2022).
Una mostra al plurale, analogamente a «Più grande di me», indagine sulle ricerche del contemporaneo nei paesi della ex Jugoslavia (31 marzo12 settembre).
Alle nuove promesse sono riservate le prestigiose vetrine del MAXXI Bvlgari Prize, del Premio Graziadei e del progetto di residenza d’artista Swatch Art Peace Hotel, mentre
Si aprirà anche la casa romana che il padre del Futurismo trasformò in opera d’arte totale
i focus di collezione si concentrano su singole personalità: Luca Vitone, Navin Rawanchaikul e Carlo Scarpa nella straordinaria collaborazione con Adriano Olivetti.
E a fine anno due artisti di spicco della scena internazionale: la cinese Cao Fei con l’ultimo lavoro sulle conseguenze psicologiche dell’isolamento da pandemia e lo svizzero Thomas Hirschhorn con «The Purple Line», installazione che combina immagini pubblicitarie e foto di corpi mutilati per tornare a «responsabilizzare lo sguardo».