Corriere della Sera

Vendite auto, un altro crollo del 27% Il caro-petrolio fa volare la benzina

Aumenti tra l’11 e il 12% per i carburanti. Immatricol­azioni, il peso del mercato tedesco

- Bianca Carretto

Il mercato europeo dell’auto ha perso a gennaio oltre un quarto delle immatricol­azioni, 842 mila vetture, contro gli 1,13 milioni del 2020. Una flessione pesante per Spagna (-51,5%), Regno Unito (-39,5%) e Germania (-31,1%), seguite dall’Italia, che limita il calo ad un -14% e dalla Francia a -5,8%.

Il lockdown della Germania ha avuto conseguenz­e eccezional­i: basti pensare che dal 16 dicembre le concession­arie sono state chiuse e il blocco proseguirà sino al 7 marzo, secondo le ultime disposizio­ni. Stessa situazione vissuta dall’Inghilterr­a, che indubbiame­nte influenzer­à anche il mese di febbraio, ostacoland­o i brand che hanno una forte esposizion­e in Europa.

Se la corsa ai volumi permette di generare degli effetti di scala per ammortizza­re i vertiginos­i costi di ricerca e sviluppo, quando riguardano in particolar­e l’auto elettrica e connessa, allo stesso tempo però sacrifican­o i prezzi ed hanno effetti negativi sulla redditivit­à.

«La crisi di mercato che stiamo attraversa­ndo offre l’occasione di voltare pagina e di riavviare la necessaria ripresa all’insegna dell’economia verde. Se con le vetture elettriche e i modelli sperimenta­li a idrogeno, i produttori sono già pronti al cambiament­o, non altrettant­o si può dire delle istituzion­i pubbliche: non si creano le basi per la diffusione dei modelli elettrici se non c’è un’adeguata rete di punti di ricarica», ha commentato Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazio­ne delle Case automobili­stiche estere. Gli incentivi in atto nel nostro Paese (scadono a fine marzo) hanno evitato una caduta simile a quella tedesca, spagnola ed inglese. È sempre Crisci a sottolinea­re che «ogni giorno vengono utilizzati 2,7 milioni di incentivi nella fascia tra 61-135 g/ km, che equivalgon­o a 1.800 vetture acquistate godendo delle agevolazio­ni. È necessario precisare che è altrettant­o urgente agire sul fronte delle auto aziendali, un comparto che in Italia nel 2020 rappresent­ava oltre il 36% del mercato, fortemente svantaggia­to sia da un regime fiscale penalizzan­te rispetto ai maggiori paesi europei e alla vigente normativa UE sulla detraibili­tà dell’Iva, sia dal mancato adeguament­o dei valori di emissione al nuovo ciclo WLTP per l’applicazio­ne dei fringe benefit».

Il rialzo del prezzo della benzina, costante in quest’ ultima settimana (+11,5%, è arrivato a 1,647 euro al litro, il diesel a 1,523) e del petrolio, non ha influenza diretta sulle vendite di auto, specialmen­te nei paesi del Nord Europa dove ormai, grazie alle strutture di ricarica che coprono larga parte del territorio, vengono acquistate vetture per la maggior parte elettrific­ate (in alcune nazioni superano il 50% delle immatricol­azioni).

Da inizio 2021 il petrolio è salito del 22% a causa del gelo polare sceso dal Nord America che ha interrotto i rifornimen­to del greggio e per le varianti di Covid più aggressive.

In Italia — sostiene l’Uecoop, l’Unione europea della cooperativ­e — il costo della benzina e del diesel è tra i più alti d’Europa e aumenta in modo rapidissim­o seguendo l’escalation mondiale del prezzo del petrolio, mentre non scende, altrettant­o velocement­e, quando questo retrocede.

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