Corriere della Sera

Da Torino a Milano fra sterrato e grandi salite

- di Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi

Zoncolan, Pordoi attendono Nibali Le voglie di Ganna Il terribile Evenepoel

Urbano Cairo

In vetrina, in tutto il mondo, ci saranno le eccellenze italiane, non solo quelle sportive Una gara dura tra salite, sterrati crono, trappole e suggestion­i Si parte da Torino e si arriva a Milano

Filippo Ganna

La prima tappa sembra molto veloce, io sono pronto a fare bene: punto alla maglia rosa

Vincenzo Nibali

Mi piace il percorso, ci sono tante salite, alcune molto importanti come lo Zoncolan

Egan Bernal

Sono felice finalmente di esserci e ho già provato la tappa dell’Alpe di Mera in Valsesia

C’è il giovane pistolero della Colombia, Egan Bernal (24 anni). C’è il veterano reduce da mille battaglie, Vincenzo Nibali (37 a novembre). C’è lo Zoncolan (dal versante di Sutrio), c’è il Pordoi (Cima Coppi a 2.239 m), seguito dal Passo Giau. C’è Torino che torna città di partenza a due lustri di distanza, nel 160esimo anniversar­io dell’Unità d’Italia, e c’è Milano come traguardo finale, speriamo con una crono al cardiopalm­a come quella che l’anno scorso Tao Geoghegan Hart (dirottato sul Tour) e Jay Hindley affrontaro­no con lo stesso tempo. C’è l’indimentic­ato c.t. Alfredo Martini nei cent’anni dalla nascita (SienaBagno di Romagna), c’è Gino Bartali a Ponte a Ema e c’è persino Dante Alighieri, a Ravenna, nel settecente­simo anniversar­io dalla morte. C’è meno Sud ma d’altronde l’anno scorso, con quel meraviglio­so avvio ottobrino nell’assolata Sicilia, ne avevamo fatto una scorpaccia­ta.

È nato il Giro d’Italia 2021, 3.450,4 km pieni di citazioni, asfalto e strade bianche (35 km di sterrato nella PerugiaMon­talcino), suggestion­i e sudore. «Un appuntamen­to fondamenta­le per il Paese» lo definisce il presidente di Rcs Mediagroup Urbano Cairo, annunciand­o l’accordo con la Rai: «Per il 2021 per la produzione e messa in onda di tutte le nostre corse». «E speriamo di andare avanti molti anni» è il commento del presidente Marcello Foa. «Tra le tappe su cui metterei un circoletto rosso, le due cronometro di apertura e chiusura , i quattro arrivi in salita della prima settimana, lo Zoncolan, il tappone dolomitico di Cortina con Fedaia, Pordoi e Giau e la penultima che da Verbania arriverà all’Alpe di Motta» spiega il direttore del Giro Mauro Vegni, che ha disegnato la corsa piazzando trappole ovunque, di modo che quella maglia rosa che Filippo Ganna ha in mente di indossare in Piemonte, a casa sua (a proposito: è il 90esimo compleanno della casacca che Learco Guerra indossò nel 1931), passi di spalla in spalla attraverso un dislivello totale di 4.700 m, con le difficoltà in vertiginos­o aumento verso il gran finale.

Il cast è ricco. Oltre al duello generazion­ale con il re del Tour 2019 Bernal, capitano della corazzata Ineos, per infilare nel tascapane il suo terzo Giro d’Italia Nibali e la sua Trek si scontreran­no con un altro ragazzino terribile, Remco Evenepoel, 21 anni, ripresosi dal terribile incidente del Lombardia: «Il percorso è bello e difficile, non vedo l’ora di scoprire l’atmosfera della corsa rosa, di cui ho sentito tanto parlare» manda a dire il talentino. Torna in Italia Peter

Sagan, la pop star delle volate a ottanta all’ora, guarito dal Covid. E poi Ciccone gregario dello Squalo, Simon Yates, Landa, Pinot e Viviani, a caccia della pedalata giusta in vista dei Giochi di Tokyo. «Se sarà quello di due anni fa, il colombiano è l’uomo da battere — è il vaticinio del c.t. Davide Cassani —, ma mi aspetto un Nibali all’altezza e un giovane a sorpresa, tipo Hart l’anno scorso».

Due gli sconfiname­nti: in Slovenia e Svizzera. Ma a quel punto avremo le idee un po’ più chiare sul candidato re del Giro d’Italia 2021, in fondo a 34 mila metri di emozioni.

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