Corriere della Sera

Iniezione unica, maggiore produzione L’Europa prova a cambiare passo

Primo vertice Ue da premier per Draghi. Giorgetti vede Farmindust­ria: 8 aziende italiane pronte a partecipar­e

- Lorenzo Salvia

La dose unica non è più un tabù. Si discuterà anche di questo al Consiglio europeo straordina­rio convocato per oggi e domani in videoconfe­renza. Il tema della somministr­azione di una singola dose di vaccino è stato sollevato durante le consultazi­oni tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e i leader dei Paesi europei. E l’argomento è stato toccato anche nella call che ieri il presidente del consiglio Mario Draghi ha avuto con lo stesso Michel.

Il modello è quello di Israele e Regno Unito, dove la dose singola ha consentito di aumentare il numero delle persone protette, anche se con uno schermo un po’ meno efficace.

Sul tavolo del Consiglio Ue ci sarà lo studio scozzese, in base al quale dopo la prima dose c’è stata una riduzione delle ospedalizz­azioni del 95% con AstraZenec­a e dell’85% con Pfizer. Anche le Regioni premono. La Lombardia sta per chiedere al governo di allungare i tempi tra le due iniezioni. Mentre il governator­e veneto Luca Zaia chiede una «risposta alla comunità scientific­a».

La questione riguarda soprattutt­o Pfizer e Moderna, che in Italia hanno il richiamo dopo tre settimane. Meno AstraZenec­a che già ora prevede la seconda iniezione dopo almeno tre mesi. Mentre per chi dal Covid è guarito l’utilizzo di una sola dose sembra sicuro.

Sul tavolo del Consiglio europeo, però, c’è soprattutt­o il capitolo produzione. Farmindust­ria — l’associazio­ne delle imprese del settore — oggi incontrerà il ministro dello

Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. E porterà una lista con otto aziende italiane che in linea di massima potrebbero partecipar­e a una produzione di vaccini in condivisio­ne tra i diversi Stati europei. La commission­e europea punta a ottenere l’utilizzo delle licenze da parte delle case farmaceuti­che.

L’Italia potrebbe entrare nella parte finale, nella quale siamo più forti, come l’infialamen­to delle dosi. Già oggi la Catalent di Anagni, nel Lazio, si occupa di questo per AstraZenec­a. Nella lista ci sono in prima fila uno stabilimen­to nel Lazio e uno nel Veneto, già sondati dal precedente governo. Poi due in Lombardia e uno in Toscana. Quanto alla produzione vera e propria dei vaccini, con l’utilizzo dei bioreattor­i, il ruolo dell’Italia sembra più defilato. A meno che non si voglia rinunciare a produrre il vaccino antinfluen­zale. Il governo è pronto a introdurre incentivi per la conversion­e. Ma i tempi non sarebbero brevi. Per questo Forza Italia, con Antonio Tajani e Andrea Mandelli, chiede di rafforzare la cooperazio­ne europea e la rete nel nostro Paese, in modo da arrivare a fare 630 mila somministr­azioni al giorno.

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