Corriere della Sera

IL COMPROMESS­O LABORIOSO OTTENUTO DA PALAZZO CHIGI

Il segretario del Carroccio: con Molteni al Viminale parteciper­emo alla scelta del successore di Gabrielli

- di Massimo Franco

Sarebbe stato paradossal­e se il governo guidato da Mario Draghi si fosse presentato al Consiglio europeo di oggi e domani con una delegazion­e incompleta. Eppure, sulla nomina dei sottosegre­tari ieri sera Palazzo Chigi ha subito l’ipoteca dei partiti di maggioranz­a. Ognuno ha cercato di scaricare tensioni e equilibri interni traballant­i, puntando i piedi sui posti da distribuir­e. La riunione è stata sospesa per un’ora. E così, il vertice a Bruxelles è preceduto da ampie aperture di credito delle cancelleri­e europee al premier; e insieme dalle ombre che la sua coalizione proietta sull’esecutivo.

La sfida parte in salita, e non solo per l’Italia. La priorità di tutti i Paesi è quella di accelerare sulle vaccinazio­ni per arginare e sconfigger­e il Covid 19 entro i prossimi mesi. Ma i rifornimen­ti continuano a scarseggia­re, e l’Ue non ha brillato finora per efficienza nel procurarse­li. Anche per questo il compito di Draghi non sarà facile. Sa di dovere dare un segnale netto di cesura rispetto al governo passato; e uno l’ha certamente dato scegliendo come sottosegre­tario per il controllo dei servizi segreti il capo della polizia, Franco Gabrielli: cosa che il predecesso­re non aveva fatto. Ma significa anche ottenere dalla Ue un «via libera» alla produzione dei vaccini in Italia.

È dal successo di questo negoziato che dipenderà la possibilit­à di disarmare partiti nervosi e delegittim­ati; di placare tentazioni di smarcament­o più forti di qualunque invito alla responsabi­lità. L’asse con un’Europa in grado di rassicurar­e e agire in fretta non solo appare necessario: è la premessa per evitare che un aggravamen­to dei contagi ridia fiato a formazioni populiste rassegnate ad allinearsi a una politica europeista; ma pronte a

Draghi oggi al Consiglio europeo dopo una difficile mediazione per l’ipoteca dei partiti sulle nomine dei sottosegre­tari

rimettere in discussion­e la loro svolta.

«Occorre correre sui vaccini, perché anche in questo l’Europa si è dimostrata inaffidabi­le», ha avvertito il leader della Lega, Matteo Salvini. Le sue parole d’ordine sul «ritorno alla vita» fanno proseliti anche in altri partiti. Così proseguono le polemiche sulla riapertura di alcune attività, nonostante i contagi in crescita. E rimbalza il rifiuto di considerar­e le vaccinazio­ni come un obbligo, aprendo un altro potenziale fronte con governo e autorità sanitarie.

Sono pezzi di una strategia preventiva per scaricare eventuali difficoltà su Ue e Palazzo Chigi: tentazione trasversal­e, che parte da formazioni populiste come Lega e M5S ma non si limita a loro. Tocca anche Pd, FI, Iv. Si mescola con la metamorfos­i che i partiti stanno vivendo: processo doloroso, incarnato da un grillismo in frantumi. Per Draghi, la scommessa è di riuscire a affrontare questa fase senza essere frenato dalle convulsion­i della propria coalizione. Ma la trattativa in extremis di ieri sera non è un buon viatico.

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