«Il nostro è un servizio essenziale Ora un tavolo su tutele e diritti»
Avelli, portavoce di Rider union: a marzo mobilitazione nazionale
«Ora Assodelivery apra con noi un confronto serio su tutele e diritti — chiede Angelo Avelli, di Deliverance Milano, una delle principali rider union italiane, oltre che portavoce della rete nazionale Rider per i diritti —. A questo punto è evidente che il contratto nazionale di categoria che Assodelivery ha firmato con Ugl non garantisce le minime tutele necessarie».
Cosa non va in quel contratto?
«È basato sul lavoro a cottimo mentre il Tribunale di Milano ha detto chiaramente che dobbiamo essere assunti come lavoratori dipendenti. E poi non garantisce nulla sul piano normativo: niente congedi parentali, maternità, malattia, trattamento di fine rapporto, ferie...».
In realtà il Tribunale di Milano dice che i rider possono essere inquadrati come collaboratori purché si garantisca loro lo stesso trattamento di un dipendente.
«Noi chiediamo da sempre il contratto subordinato. Questa resta la nostra posizione. Certo, l’applicazione della tutela del lavoro subordinato pur restando collaboratori sarebbe un passo avanti».
Vi aspettavate questo intervento?
«No. Molti di noi erano stati fermati e sentiti dalla polizia locale o dalla polizia giudiziaria in varie città. Non avevamo sospettato però un’indagine così articolata».
Alcune piattaforme hanno già annunciato il ricorso...
«L’applicazione della legge e l’intervento dei giudici stanno rendendo evidenti tante ingiustizie. Ricordo in particolare la sentenza della Cassazione che ha già disposto l’equiparazione del trattamento dei rider agli standard del lavoro dipendente e quella del Tribunale di Bologna che ha definito discriminatorio l’algoritmo con cui Deliveroo assegnava il lavoro. La giustizia però ha tempi lunghi e noi abbiamo bisogno di tutele adesso. Per questo stiamo organizzando una nuova protesta a breve».
Ci sono aziende che hanno sempre offerto maggiori garanzie ai rider e sono ancora sul mercato
Quando? Con quali modalità?
«Ne parleremo oggi in un’assemblea online. L’intenzione è di arrivare a una giornata di mobilitazione a fine marzo. In questi mesi abbiamo svolto un servizio essenziale. E lo abbiamo fatto spesso senza i dispositivi di sicurezza adeguati, a partire dalle mascherine».
Di fronte all’entità di multe e sanzioni non si rischia che i grandi marchi della food delivery lascino l’Italia?
«No. Ci sono aziende come Sgnam MyMenù che hanno sempre offerto maggiori garanzie ai rider ma sono ancora sul mercato. Altre come Just Eat hanno annunciato assunzioni».
Nella rete Rider per i diritti sono presenti anche Cgil e Uil. Avete superato la diffidenza verso i confederali?
«Milano è stata il teatro della sperimentazione di forme di dialogo. Da qui è partita la proposta di far nascere una rete nazionale come Rider per i diritti. Ora vedo che anche in altre città questo dialogo sta prendendo forma».