Corriere della Sera

I VACCINI CHE MANCANO LO SCANDALO DELL’ANNO

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Caro Aldo, la scoperta dei vaccini è stata raggiunta anche con ragguardev­oli finanziame­nti internazio­nali. Quindi i brevetti vanno ceduti anche perché le continue mutazioni del virus potrebbero invalidare i vaccini stessi. Corrado Menesatti

La notizia del taglio del 1015% delle forniture vaccinali di AstraZenec­a mostra una incapacità dell’azienda a far fronte agli impegni assunti con l’Europa. L’Oms e l’Onu dovrebbero obbligare a cedere i brevetti (dietro un equo indennizzo) per consentire la produzione dei vaccini anche ad altre industrie. Roberto Battistoni

Cari lettori,

Attorno ai vaccini si profila lo scandalo dell’anno, per non dire di peggio. Le principali case farmaceuti­che stanno rivedendo al ribasso, se non addirittur­a dimezzando, le dosi pattuite; nel frattempo milioni di dosi (altre? O le stesse?) rispuntano sul mercato. Il sospetto è che abbiano trovato acquirenti migliori. Se fosse confermato, sarebbe un fatto gravissimo, in un momento in cui molti Paesi contano centinaia di morti al giorno, l’Italia si avvicina alle centomila vittime, gli Stati Uniti alle 500 mila. Purtroppo le vaccinazio­ni vanno a rilento. La strada di produrre il vaccino nei vari Paesi è senz’altro giusta, ma viene intrapresa troppo tardi, e la tabella di marcia esposta in questi giorni (4-6 mesi, più l’attesa di autorizzaz­ioni varie) è da tempo di pace. L’Europa paga una scelta sbagliata — aver puntato tutto o quasi su AstraZenec­a — e un complesso iter burocratic­o che gli Usa, il Regno Unito e Israele hanno opportunam­ente bypassato. Di conseguenz­a Londra, da cui pure viene la variante che si avvia a diventare dominante in Italia, respira, mentre noi abbiamo davanti due mesi che si annunciano durissimi, quasi come il marzo e l’aprile dell’anno scorso. È evidente che il vaccino rappresent­a la priorità assoluta, su cui qualsiasi governo sarà giudicato. La Commission­e europea ha già fatto abbastanza confusione; non a caso il Paese più importante, la Germania, ha pensato di rimediare per conto proprio. Ci si attende dal nuovo governo italiano un cambio di passo. Anche per far pressione sull’Europa perché con una sola voce chieda ogni provvedime­nto possibile per sbloccare i rifornimen­ti. Albert Sabin rinunciò a brevettare il vaccino antipolio, spiegando che la sua scoperta non appartenev­a a lui ma all’umanità, ed era il suo regalo a tutti i bambini del mondo. Non si pretende tanta altezza morale; ma almeno il rispetto dei patti, questo sì. Altrimenti il brevetto non vale più, e deve essere messo a disposizio­ne di tutti. L’alternativ­a è perdere altre decine di migliaia di vite.

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