«Esule due volte: fu antifascista e criticò Stalin»
Il centenario della costituzione del Partito comunista ha lasciato in ombra l’attività politica e l’opera di Angelo Tasca, il cuneese di Moretta morto a Parigi il 3 marzo 1960. Eppure egli è stato un personaggio centrale nella storia del socialismo e nella diaspora antifascista come organizzatore sindacale, fondatore dell’«Ordine Nuovo», e animatore del «fuoriuscitismo» democratico in Francia. Costretto a rifugiarsi a Parigi per le sue critiche a Stalin, Tasca incarna due volte la figura dell’esule: come antifascista e come «rinnegato» della «patria del socialismo». Dopo un’iniziale adesione a Giustizia e Libertà, egli milita nelle organizzazioni socialiste francesi — aderisce alla Sfio — e compie con Nenni una simbolica riconciliazione dopo la scissione di Livorno. Collabora al settimanale «Monde» e al quotidiano «La Populaire» negli anni 19331940, durante i quali scrive la sua opera principale «Nascita e avvento del fascismo», che influenzerà notevolmente la storiografia sulla dittatura di Mussolini.