Alitalia, supervertice di Mef-Mise e Trasporti
Stipendi in ritardo, ormai slittati a marzo. Fornitori non pagati, aerei col rischio di rimanere a terra. La prima grana (economica) del governo Draghi diventa Alitalia, finita in un ginepraio da cui è diventato difficile uscire. La premessa è d’obbligo: l’esecutivo ha appena ereditato il dossier. E non ha colpe. Ma certo ha poco tempo per risolvere una vicenda su cui l’Unione europea ha messo la lente da un po’. La compagnia è rimasta senza cassa, il precedente governo stava costruendo un prestitoponte da 200 milioni che non avrebbe retto alla valutazione di Bruxelles che già potrebbe bocciare i due prestiti, per 1,3 miliardi, che hanno tenuto in piedi Alitalia a partire da maggio 2017, quando la compagnia è finita in amministrazione straordinaria. La commissione Ue dovrebbe però approvare una parte, si parla di circa 20 milioni, della terza tranche di ristori Covid (per 77 milioni) elargiti dal governo nel 2020 per compensare il crollo del traffico aereo durante la pandemia. Per questo il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto (e ottenuto) per domani un supervertice con il titolare dei Trasporti Enrico Giovannini e il collega al Tesoro Daniele Franco. L’ipotesi è ottenere un po’ di respiro, probabilmente attraverso un altro decreto che disponga delle risorse per i danni Covid per l’anno 2021, mentre si delinea il bando di vendita.