GIOCO DI SQUADRA
L’impegno Il colosso delle assicurazioni compie 190 anni e lancia un ambizioso piano di investimenti. Particolare attenzione alle Pmi. E Venezia sarà l’hub di The Human Safety Net GENERALI, 3,5 MILIARDI PER L’ECONOMIA EUROPEA
Sì, ci sono i greenbond. E Generali è stata la prima compagnia assicurativa ad emetterli in Europa. Ma la sostenibilità — parola magica oggi con la quale tutti facciamo i conti — per la Compagnia fondata a Trieste il 26 dicembre 1831, col nome di Assicurazioni Generali Austro-Italiche, da Giuseppe Lazzaro Morpurgo, faceva parte del suo Dna già prima della proclamazione del Regno d’Italia. A proposito, l’anno che precederà il 1861, il simbolo di Generali sarà il Leone di Venezia e non più l’aquila triestina.
La data da scolpire nella memoria è dunque il 1851, quando le Assicurazioni Generali si impegneranno a bonificare il terreno paludoso della tenuta veneziana di Ca’ Corniani, trasformandolo in un progetto di welfare antelitteram. I saggi assicuratori ottocenteschi ci avevano visto giusto. Qui nascerà, infatti, una comunità agricola perfettamente autonoma: tra servizi sanitari, scuole e centro ricreativo.
Ed ancora, se volessimo cercare dei pionieri delle tecnologie della nostra epoca, potremmo considerare le «Targhe incendio», collocate nel 1832 sulle abitazioni degli assicurati, come il primo sistema di geo-localizzazione. Ma ce n’è sia per le previsioni meteo, in formato infografiche all’Expo di Torino nel 1884, sia per la prima macchina distributrice di polizze da viaggio, nel 1898 alla stazione Termini. Insomma, è nel Dna delle Assicurazioni Generali, presente oggi in cinquanta Paesi, con 61 milioni di clienti e 72 mila dipendenti, farsi trovare sempre pronta. Persino in piena pandemia.
Nel 2021, Generali compie 190 anni, l’occasione giusta per parlare di Fenice 190, un progetto presentato ieri nel corso di una conferenza stampa. «È un anniversario che cade in un anno decisivo per superare insieme la più grave crisi mondiale dal dopoguerra, e porre le premesse per un grande rilancio globale», osserva Philippe Donnet, ceo group di Generali, che aggiunge: «Vogliamo contribuire a far rinascere l’economia europea e favorire l’inclusione di chi è stato colpito dalla crisi».
Nel «Recovery fund in versione impresa privata», ci sono ben tre miliardi e mezzo di euro per i prossimi 5 anni. Ieri, oggi e domani si rincorrono in Fenice 190. Basti pensare alle Procuratie Vecchie a Venezia, in piazza San Marco, il prossimo dicembre saranno aperte per la prima voltya al pubblico dopo 500 anni: 43 delle 50 arcate esterne del palazzo sono di Generali.
Al suo interno, dopo il recupero curato dallo studio David Chipperfield Architects Milano, troverà sede l’hub di The Human Safety Net, l’iniziativa di Generali nata nel 2017, attiva in più di 20 Paesi, e che punta a liberare il potenziale delle persone in contesti di vulnerabilità: «Sarà una piattaforma di innovazione sociale con Venezia capitale della sostenibilità», ricorda Lucia Silva, Group Head of Sustainability and Social Responsibility di Generali.
«Del programma di investimenti Fenice 190, farà parte, in autunno, la prima edizione di EnterPRIZE, dedicata alle Pmi europee con l’obiettivo di incentivarle ad adottare modelli di business sostenibili, e la presentazione di un Libro bianco, con l’Università Bocconi, sulle best practice di sostenibilità europee», osserva Gabriele Galateri di Genola, presidente di Assicurazioni Generali, il quale sottolinea la volontà di «valorizzare la straordinaria eredità di competenze e di memoria della Compagnia».
E Trieste non poteva mancare, con il suo Palazzo Berlam, ristrutturato dall’architetto
Incentivare le piccole e medie imprese ad adottare modelli di business sostenibile
Mario Bellini, e presto sede dell’archivio storico di Generali, del quale fanno parte i manifesti realizzati nei primi del ‘900 da artisti come Achille Beltrame, Marcello Dudovich e Gino Boccasile.
La base storica per il nuovo progetto «This is Tomorrow»: in mano a cinque giovani artisti la possibilità di raccontare oggi Fenice 190. Ma se la memoria storica sono soprattutto i dipendenti, è giusto fargli annotare esperienze di vita vissuta. Come quel «collega» che sognava di fare carriera alle Assicurazioni Generali. Si chiamava Franz Kafka.