La forza di una ballerina
Fracci, film-omaggio interpretato da Mastronardi «In tv mostro la fierezza con cui ha affrontato la vita»
L’estetica dell’arte unita all’etica della determinazione, Carla Fracci non pensava che sarebbe diventata l’étoile italiana più famosa al mondo, un nome ormai sinonimo di danza: «Nacque tutto per caso: un’amica dei miei genitori mi vide ballare un valzer, disse che ero una bambina con una grazia e una musicalità particolare. E così arrivai alle audizioni alla scuola di danza del Teatro alla Scala».
Mamma casalinga e papà tranviere sopravvissuto alla guerra di Russia, fisico esile ma anima di roccia, cresciuta in campagna e poi diventata cittadina del mondo. Una parabola umana e artistica che diventa un film per la tv, Carla. A interpretarla Alessandra Mastronardi: «Mi sono avvicinata a questo personaggio in punta di piedi, pur non avendo mai fatto danza — sorride l’attrice —. Carla Fracci è una donna di immenso talento e pari forza. Un donna eterea, longilinea, che sembra fragile, ma con una perseveranza e una determinazione uniche. Quando ci siamo viste mi ha detto che le piacerebbe che la mia interpretazione mostrasse la fierezza e la forza con cui ha affrontato la vita».
Una donna moderna e contemporanea già negli anni Settanta. All’apice della carriera decise di fermarsi per avere un figlio: «È stata un simbolo della rivoluzione femminile, la dimostrazione che non bisogna per forza rinunciare alla carriera per esprimere la propria femminilità. Purtroppo ancora oggi noi donne a un certo punto della vita ci troviamo di fronte a persone che ci chiedono in continuazione di figli e carriera. Quando questa domanda non verrà più fatta vorrà dire che la rivoluzione ha avuto successo».
Il ruolo, ammette Mastronardi, non la lascia tranquilla: «Non capita spesso di interpretare un personaggio vivente. Il giudizio più grande lo temo proprio da lei e la cosa mi mette una certa ansia. Ma io sono fatta così. Sono una che non si abituerà mai ai provini: mi sembra di fare in continuazione l’esame di maturità».
Carla (in arrivo in autunno su Rai1) è una coproduzione Rai Fiction - Anele. Un film tv da 100 minuti diretto da Emanuele Imbucci, prodotto da Gloria Giorgianni con Fabio Scamoni, con la consulenza della stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro storica collaboratrice Luisa Graziadei.
«In un certo senso è stata una vita non scelta da me — riprende Carla Fracci —. Quest’amica dei miei genitori è stata come un angelo custode, mi ha aperto a un mondo che non conoscevo. Ero ignara di quello che avveniva in un teatro, mi affacciavo al ballatoio per spiare Maria Callas con Visconti. Io ero abituata alla campagna e alla libertà, all’inizio fu dura anche perché pensavo di andare a ballare valzer e tango come facevo con mio papà, che guidava il tram 18 che passava proprio sotto alla Scala. Fortunatamente la scuola era gratuita, altrimenti non me la sarei potuta permettere».
Conta più il talento o la disciplina? «Tutti e due. Servono volontà, temperamento, sensibilità nel sentire la musica. Anche per una ballerina i ruoli non sono tutti uguali, vanno dal romanticismo al dramma, e non puoi rimanere sempre la stessa, cambia la tecnica e cambia lo stile». Un’interminabile fila di incontri, Rudolf Nureyev il più affascinante, di lui parla ancora al presente: «Gli piace la competizione, ma nonostante il carattere difficile ha una grande generosità. Avevo avuto da poco Francesco e mi volle per Lo Schiaccianoci, gli dissi che non ero preparata e lui in 5 giorni me lo insegnò passo dopo passo. Mi viene ancora la pelle d’oca a pensarci. Alla fine dello spettacolo mi strinse la mano e mi disse: “Hai visto cosa vuol dire avere coraggio?”».
Il racconto di Carla parte dalla storia di lei bambina nell’immediato dopoguerra, poi adolescente e giovane donna nella Milano degli anni Sessanta, ne racconta l’ascesa e il successo. «È un omaggio a un’eccellenza artistica italiana che con la grazia impareggiabile della sua danza ha impersonato nel mondo una bellezza universale — riflette Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction —. Il film tv vuole raccontare al grande pubblico
d
L’étoile
All’inizio fu dura perché pensavo di andare a ballare il valzer come facevo con il mio papà
anche la determinazione e il coraggio di una donna che per la carriera non ha rinunciato a essere madre e la sua grande energia che rispecchia la vitalità di una Milano degli anni Cinquanta che rinasceva dalla guerra».
Il set sarà anche al Teatro alla Scala: «Per la prima volta nella sua storia la Scala apre le porte a una produzione fiction — spiega Gloria Giorgianni, ceo e founder di Anele —. Carla Fracci è una donna che precorre i tempi, un’icona di bellezza e determinazione, unisce arte e disciplina, è un simbolo per moltissimi bambini di oggi. Tornare a parlare di danza su Rai1 è anche un segnale importante in un periodo di estrema sofferenza per il mondo del teatro. È un film d’epoca che racconta una storia molto moderna».