Ferrari, un reality per la riscossa Leclerc e Sainz a caccia dell’Oscar
Presentata la squadra, Binotto vola basso: «Concentrati sulla svolta del 2022»
Meglio il contenitore del contenuto. Il montaggio frenetico, i piloti che scherzano sul divanetto nella casa di Enzo Ferrari a Fiorano — «Davvero mi vuoi battere?» dice Charles Leclerc a Carlos Sainz—, la presentazione in stile serie tv della coppia più giovane del Cavallino dal 1968 è un’idea fresca e veloce. Funziona per descrivere il cambio generazionale.
Trama scorrevole, simpatici pure gli attori, il problema è capire che film sarà questo 2021, se più di riscatto o più di transizione. Le risposte potrà darle soltanto la nuova monopandemia. posto, SF21: battesimo il 10 marzo, due giorni dopo sarà in pista nei test in Bahrein. L’evento di ieri, una sorta di trailer, non è che abbia anticipato titoloni, anzi. Mattia Binotto, nel suo linguaggio asciutto da tecnico, ripete il mantra del 2022, la stagione del cambiamento: «Quella dove si riparte da un foglio bianco. Da decenni non c’era una discontinuità di regole così forte. Si ricomincia alla pari, è la nostra migliore occasione per tornare al vertice». E siccome nella Ges la maggior parte degli sforzi si concentrerà su quel progetto, il presente sembra una strana parentesi. Con il calendario più lungo di sempre però: 23 Gp, ammesso che si riesca a disputarne tanti a causa della La Ferrari non vince una gara dal settembre del 2019 (Vettel, Singapore), nell’ultima stagione ha chiuso sesta fra i costruttori, il peggior risultato da 40 anni.
Quindi va bene il futuro, con l’ennesima richiesta di pazienza ai tifosi, va bene il realismo — «In un solo inverno, con le regole congelate, non è possibile recuperare il gap con i migliori (la Mercedes ndr)» —, ma certe frasi come «l’obiettivo minimo è fare meglio del 2020» o «dimostrare la nostra voglia di vincere, preferisco parlare di approccio mentale, di spirito di squadra piuttosto che di posizioni nel campionato» fanno a pugni con la cultura ferrarista. In cui la mentalità vincente non va costruita ma
Binotto
Serve pazienza, impensabile recuperare in poco tempo il gap dai migliori: è una strada lunga
Leclerc
Dobbiamo migliorare e costruire una base solida per il 2022 Correre a Le Mans? Sarebbe bello
Sainz
Entro cinque anni voglio il Mondiale, la Ferrari è il posto giusto per riuscirci Sarà dura battere Charles
essere insita nel dna. La transizione è un percorso delicato, questa Ferrari sembra un cantiere aperto.
La paura di sbagliare, il desiderio di volare bassi dopo la batosta, spingono a un atteggiamento ultraprudente, sono spariti pure i riferimenti a lottare per il podio di qualche mese fa. Si spera che sia solo una strategia per abbassare la pressione, che è tanta. La macchina spiega Binotto ha risolto alcuni limiti critici: «Ci mancava velocità sui rettilinei, non solo per la potenza ma anche per la resistenza all’avanzamento del corpo vettura. Le simulazioni ci dicono che abbiamo recuperato parecchio».
Sulla coppia Sainz-Leclerc niente gerarchie, ma anche niente innesti tecnici in arrivo almeno per ora. Sul ritorno a Le Mans nel 2023 Binotto fa trapelare un certo distacco: «Non sarò io a gestirlo (ma Antonello Coletta ndr), se necessario metteremo a disposizione le nostre conoscenze». Mentre Leclerc si candida: «Amo la 24 Ore, se ci sarà la possibilità la correrò. La F1 resta il traguardo principale, ma se ci sarà una chance perché no?».
Carlos Sainz è l’unico a lasciare il pedale del freno, lui non ha niente da perdere: «Entro cinque anni voglio diventare campione del mondo, la Ferrari è il posto giusto. E anche se dovessi diventarlo non offuscherò mai mio padre, vera leggenda». Carlitos, uno squarcio di spontaneità sul palco del reality rosso.