Corriere della Sera

Scuole chiuse dove i contagi sono alti Il Cts propone la stretta «locale»

L’indicazion­e di fermare gli istituti con 250 casi ogni 100 mila abitanti Misure nei singoli comuni. Mai lezioni in presenza nelle regioni rosse

- Gianna Fregonara

Si stringe il cerchio intorno alle scuole e, questa volta, alle scuole dei più piccoli, materne ed elementari che fino ad ora, a parte per le quarantene, erano rimaste sempre aperte. Ora l’indicazion­e è di alzare ulteriorme­nte la guardia e di adottare misure più drastiche nelle zone — anche soltanto comuni o province — dove la situazione dei contagi, con le nuove varianti, rischia di andare fuori controllo. Sono le conclusion­i alle quali è arrivato ieri il Cts, che si è riunito per affrontare il tema su richiesta del governo in vista del nuovo Dpcm, in vigore sabato prossimo.

Ecco le raccomanda­zioni del Comitato tecnico scientific­o. L’ultima parola spetta ora al presidente del Consiglio e ai ministri, ma sembra difficile che possano allontanar­si dalle valutazion­i scientific­he del comitato, che propone maggiori restrizion­i ma consiglia un cambiament­o di approccio. Le chiusure saranno per quanto possibile «chirurgich­e» e non dovranno valere per l’intera regione ma potranno essere «ritagliate» sulle necessità di singoli comuni o di singole province nei quali i contagi e i focolai sono più gravi. Ma nelle aree che diventano zona rossa l’indicazion­e degli esperti è di chiudere tutte le scuole, che automatica­mente riprendono in didattica a distanza. Una scelta sostenuta dalle evidenze del rapporto dell’Iss che è allegato al verbale del Cts e che spiega come ci sia «un impatto dei contagi sulle scuole, ma differenzi­ato».

Nelle regioni arancioni saranno i governator­i, o anche i sindaci o i prefetti, a decidere un eventuale induriment­o delle misure, in base però al numero dei contagi nelle diverse zone che dovranno valutare.

L’ultima parola sulle nuove regole spetta al presidente del Consiglio e ai ministri

Il Cts inserisce anche una soglia fissa — 250 contagi ogni 100 mila abitanti per 7 giorni — che determina comunque la chiusura. Non cambiano invece le regole per le zone gialle dove è confermata la limitazion­e della didattica in presenza — dal 50 al 75% — soltanto per le superiori. Elementari e medie qui saranno tutte in presenza.

Le nuove regole fotografan­o la situazione di fatto: le scuole sono già chiuse in molti comuni e province che sono in zona rossa o nella nuova arancione rafforzata come Brescia e Bologna. Basilicata e provincia di Bolzano, in zona rossa, hanno già decretato lo stop alle lezioni per tutti. Il parere del Cts costringer­ebbe invece a rivedere le proprie ordinanze il governator­e della Puglia che ha deciso la chiusura delle scuole pur essendo in zona gialla e della Campania che da domani chiude l’intero sistema di istruzione anche se la regione è rimasta in zona arancione. Erano stati i presidenti di Regione, nell’ultima riunione con il ministro Speranza e la ministra Gelmini, a chiedere un parere del Cts sulle scuole. E del resto anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che si era da subito detto preoccupat­o per la «perdita di socialità che sarebbe causata dalla chiusura delle scuole», è altrettant­o preoccupat­o «che tutto il personale e gli studenti siano in sicurezza». Ha chiesto di accelerare con le vaccinazio­ni ma considera prioritari­o «agire con cautela visto che le varianti del virus sono così aggressive». Una linea condivisa in questi giorni con Palazzo Chigi: l’obiettivo resta quello di scongiurar­e chiusure se possibile, ma di fronte a situazioni critiche è necessario «comunque avere regole e parametri nazionali». Ai genitori dal governo arriva una promessa: ci sarà un rafforzame­nto dei congedi parentali dove anche le scuole materne e le elementari saranno chiuse.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy