Corriere della Sera

I positivi tornano sotto quota 20 mila Ma salgono i ricoverati in ospedale

Ieri effettuati 323 mila tamponi, il tasso di positività è del 5,8%. Si abbassa l’età media dei contagiati

- Mariolina Iossa

La seconda ondata potrebbe rivelarsi già mutata nel numero. Una variante progressiv­a, come il virus. Potremmo già essere dentro la terza ondata.

Le varianti, dicono gli esperti, hanno modificato lo scenario, e adesso sono molti i temi al centro dell’agenda politica, dalla campagna vaccinale alle restrizion­i «mirate», alle colorazion­i delle regioni.

Negli ultimi giorni i valori sono tutti negativi, anche se è da qualche settimana che il Cts, con i suoi report, registrava un progressiv­o peggiorame­nto. Ieri lo scenario è stato confermato dal bollettino del ministero della Salute: i positivi in più in ventiquatt­ro ore sono tornati sotto i 20 mila, siamo a 18.916, ma i tamponi in meno sono stati soltanto 2.357, per un totale di 323.047 — il giorno prima 325.404 — e il tasso di positività si mantiene attorno al 6 per cento, il che significa che ogni 100 tamponi eseguiti 6 sono positivi. Il valore preciso è 5,85, nel bollettino di venerdì era riportato un 6,3%, ma si tratta di dati vicini. Grave è che continuino ad aumentare i ricoveri in ospedale; nei reparti Covid ordinari ci sono 80 posti letto occupati in più (il giorno prima l’aumento era stato di 25 unità) per un totale di 18.372 ospedalizz­ati mentre in terapia intensiva ci sono 22 posti occupati in più per un totale di 2.216 pazienti in condizioni più gravi.

Le terapie intensive sono una cartina di tornasole. Se il valore continua a mantenersi intorno a 2 mila, il numero dei decessi non potrà diminuire molto e infatti ieri altre 280 persone hanno perso la vita. Il totale dei decessi è di 97.507 vittime dall’inizio della pandemia, un anno fa.

I vaccini sono la speranza più grande perché non sembra possibile allo stato attuale imporre i lockdown totali. Le oltre 4 milioni di dosi già iniettate ad un certo target di

I vaccini sono la carta decisiva, difficile pensare a nuovi lockdown totali

popolazion­e — anziani, personale medico e infermieri­stico — ci rassicuran­o sugli effetti. Si abbassa l’età media dei contagiati. Ora bisogna fare molto in fretta, come ha chiesto il premier Mario Draghi all’Ue.

Intanto la Lombardia fatica a liberarsi dal fardello di regione costanteme­nte in trincea, nonostante in molte altre zone del Paese ci siano diverse situazioni difficili e nove regioni da ieri hanno ufficialme­nte l’indice Rt sopra l’1. A Milano ieri c’è stato una nuova risalita dei contagi; il picco, prevedono gli esperti, si verificher­à intorno al 20 marzo e la curva durerà un mese. «Troppi gruppi, talmente tanti che diventano incontroll­abili dalle forze dell’ordine. Rafforzere­mo i controlli», ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala invitando i cittadini a comportars­i «in modo adeguato al difficile momento». Non si tratta di un lavoro semplice e la primavera alle porte non aiuta. Il decreto Natale è lontano solo qualche mese ma negli ultimi week end gli appelli a rimanere in casa il più possibile sono spesso restare inascoltat­i.

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