L’Europa e il tassello mancante: un esercito comune per l’Unione
Negli ultimi anni l’Unione europea è stata afflitta da qualche crisi e minacciata da pericolosi avversari. Quasi tutti i suoi membri avevano nel loro sistema politico un movimento sovranista che detestava l’integrazione del continente e che avrebbe fatto il possibile per intralciarne il progresso. A Washington vi era un nuovo presidente, Donald Trump, che non aveva mai nascosto le sue antipatie per le istituzioni di Bruxelles. Nuovi compagni di viaggio (gli ex satelliti dell’Unione Sovietica) entrati nella Ue per trarne ogni possibile vantaggio economico e finanziario, erano più nazionalisti che europeisti e consideravano i loro rapporti con Washington molto più importanti di quelli che avrebbero dovuto avere con Bruxelles. Quando la Gran Bretagna, con un referendum, decise di uscire dall’Unione europea, perdemmo soltanto un compagno di viaggio che era entrato nell’allora Cee (1973) soltanto perché la sua organizzazione concorrente (l’Efta, Associazione europea di libero scambio) non aveva prodotto gli effetti desiderati. Ma accanto a questo vantaggio esisteva pur sempre il rischio che la Brexit venisse interpretata nel mondo come l’inizio della disintegrazione della Ue. Un altro inconveniente, infine, fu l’effetto prolungato nel tempo della crisi finanziaria del 2008. Politica, economia, Trump: tutto sembrava congiurare contro l’Ue. La situazione è cominciata a cambiare quando la politica di Trump ha suscitato l’opposizione della società americana e l’elezione di Joe Biden ha avuto l’effetto di rovesciare alcune delle decisioni prese da Trump negli anni precedenti. Gli americani continueranno a mettere qualche bastone fra le ruote dell’Europa, ma senza l’evidente malanimo che ha distinto la presidenza del predecessore. E l’epidemia del coronavirus avrà avuto paradossalmente qualche ricaduta estremamente positiva. Siamo stati costretti ad affrontare insieme i problemi della ricostruzione e ci siamo indebitati sul mercato internazionale con l’emissione di obbligazioni sottoscritte dai Paesi dell’Unione. Una drammatica minaccia alla nostra esistenza ha avuto l’effetto di superare le numerose resistenze che i singoli membri avevano opposto in passato alla creazione di un debito congiunto. Oggi quel debito esiste e grazie alla sua consistenza il governo italiano dispone, per rilanciare l’economia nazionale, di una somma pari a 223,9 miliardi di euro. Esiste quindi ormai un Tesoro europeo.
Ci manca tuttavia un esercito europeo. Il presidente francese Emmanuel Macron lo aveva auspicato e le vicende libiche hanno dimostrato quanto diversa sarebbe stata la sorte di quel Paese se l’Europa avesse preceduto due potenze più lontane (Russia e Turchia) e impedito che la Libia divenisse teatro di una guerra civile. È un esercito comune, quindi, il tassello mancante dell’integrazione europea.
Intervento pacificatore
La Libia ha mostrato quanto diversa sarebbe stata la sua sorte se l’Ue avesse preceduto Russia e Turchia