Fisco, ipotesi cancellazione per le cartelle sotto i 5 mila euro
Rottamazione Ter, slittano le rate
Slitta il termine di lunedì primo marzo per il pagamento delle rate della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio sospese finora dal governo nell’ambito delle misure di tregua fiscale legate alla crisi post covid. Lo ha annunciato ieri in extremis il ministero dell’Economia, con un comunicato che a sua volta annuncia la norma vera e propria, che sarà contenuta nel decreto legge Ristori 5 che l’esecutivo approverà nei prossimi giorni.
«È in corso di redazione — dice la nota del ministero guidato da Daniele Franco — il provvedimento che differirà il termine del 1° marzo 2021 per il pagamento delle rate della “rottamazione-ter” e del “saldo e stralcio”. Il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter. Il provvedimento entrerà in vigore successivamente al 1° marzo 2021 e i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto».
Insomma, il decreto Ristori 5 o «Sostegno», come preferisce chiamarlo il nuovo governo, disporrà una proroga a posteriori della scadenza di pagamento, con effetto retroattivo dal primo marzo. La nota del ministero non specifica di quanto verrà spostato il termine del primo marzo, ma le indiscrezioni indicano un paio di mesi, cioè al 30 aprile. Il rinvio riguarda 1,2 milioni di contribuenti, per un gettito complessivo di 950 milioni di euro.
«La proroga dei versamenti relativi alla rottamazione ter e al saldo e stralcio delle cartelle — dice il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta — restituisce ossigeno a chi era in difficoltà già prima della pandemia e, grazie a provvedimenti di buon senso, stava con fatica cercando di tornare in regola con il Fisco».
Su questa scia, al ministero dell’Economia si sta valutando se inserire nel prossimo decreto legge anche lo slittamento di qualche mese o la diluizione su due anni dell’invio dei circa 50 milioni di cartelle esattoriali e altri atti di riscossione (la metà maturati nel 2020 e il resto attesi per quest’anno), invio che il governo Conte ha congelato ripetutamente fino ad oggi, cioè al 28 febbraio.
Lo sblocco delle cartelle e degli altri atti (pignoramenti, accertamenti) è indispensabile per l’obiettivo di recupero dell’evasione fiscale indicato nella convenzione tra il ministero dell’Economia e l’Agenzia delle entrate: ovvero 14 miliardi nel 2021 (dopo che nel 2020 si sono incassati appena 7 miliardi rispetto ai 14,4 previsti dalla convenzione). Obiettivo, quello fissato per il 2021, che, come per l’anno scorso, mal si concilia con le difficoltà finanziarie in cui versano molte imprese e lavoratori. E con le dichiarazioni di diversi leader della maggioranza.
Matteo Salvini (Lega) si dice sicuro che «il nuovo governo sarà in grado di dare altri segnali concreti a partire dal rinvio delle scadenze fiscali, dalla rottamazione delle cartelle esattoriali e dalla pace fiscale. Famiglie e imprese devono poter tornare a vivere e lavorare». E Laura Castelli (5 Stelle), confermata viceministra dell’Economia, assicura che ripartirà dai provvedimenti che già aveva cercato di far passare nelle ultime settimane del Conte 2, cioè una nuova Rottamazione, sarebbe la quarta, e un nuovo Saldo e stralcio (il secondo). Per quest’ultimo, una delle ipotesi che gira è la cancellazione delle cartelle precedenti al 2015 e di importo inferiore a 5mila euro.
In tal modo si alleggerirebbe il magazzino dell’Agenzia delle entrate, come chiesto dal direttore Ernesto Maria Ruffini, di parte dei crediti ritenuti ormai difficilmente recuperabili. La Rottamazione 4 potrebbe invece riguardare le cartelle successive al 2015 e di importo superiore ai 5mila euro, che si potrebbero saldare a rate, senza sanzioni e interessi.