Corriere della Sera

Sanità, che fine ha fatto il Mes?

Nessuno parla più dei 37 miliardi dell’Europa che aiuterebbe­ro la lotta al Covid. I veri pro e contro della partita su «L’Economia» in edicola domani con il «Corriere»

- Alessandra Puato

Che fine ha fatto il Mes? Dal dibattito politico successivo all’insediamen­to del nuovo governo, il fondo europeo da destinare alla sanità è sparito. Troppo divisivo, evidenteme­nte. Eppure quei 37 miliardi del fondo Salva Stati rivisitato servirebbe­ro per finanziare la guerra al virus. Senza contare che un prestito a tassi così convenient­i (poco sopra lo 0,1%) farebbe risparmiar­e all’Italia interessi per 2,5 miliardi in dieci anni, rispetto all’emissione di titoli di Stato.

Pone la questione Ferruccio de Bortoli sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano, e sollecita il presidente del Consiglio Mario Draghi a riconsider­are il tesoretto accantonat­o. «Sarebbe il caso di riaprirlo, quel dibattito, ammettere di aver calcato i toni — scrive de Bortoli —. E toccherebb­e anche al premier spiegare la sua posizione che immaginiam­o fosse, prima dell’incarico, assolutame­nte favorevole (o no?). Altrimenti resterà nell’opinione pubblica la sensazione di essere stati spettatori (o peggio oggetti) di una discussion­e esoterica».

Lo stigma nei confronti del Meccanismo europeo di stabilità, nota de Bortoli, non c’è stato verso altri fondi come il Sure, il debito per finanziare la cassa integrazio­ne e il mercato del lavoro. «La semplice verità — conclude de Bortoli — è che non c’era prima, come non c’è adesso, una maggioranz­a politica a favore del Mes. E che nella costituzio­ne del nuovo governo si è preferito togliere dal tavolo una questione divisiva».

Intanto Stephanie Kelton, l’economista americana divulgatri­ce della Mmt, la teoria monetaria moderna, intervista­ta da L’Economia dice che l’unico vero limite alla spesa pubblica è l’inflazione. Consulente di Joe Biden e Bernie Sanders, tiene però a precisare che la Modern monetary theory — possibile risposta alle crisi come quella da Covid — non significa, certo, stampare moneta liberament­e.

A proposito di debito pubblico e denari da spendere, la squadra che dovrà gestire il Recovery Fund — il fondo Ue grande, quello da 209,5 miliardi — è stata completata. Il coordiname­nto (affidato a Carmine Di Nuzzo) è in seno al ministero dell'Economia e non a decine di commission­i, con la Ragioneria generale dello Stato come nucleo e la cabina di regia politica a Palazzo Chigi. Ma i rischi che possono frenare i migliori progetti rimangono i soliti: veti incrociati e burocrazia. A partire dall’ambiente.

Tra i personaggi della settimana c’è Gianluca Dettori, il fondatore di Vitaminic. Oggi investe nelle startup con il fondo Primomigli­o e racconta in un libro (L’Italia nella rete, Solferino) la storia del web dalla bolla iniziale a oggi: proprio mentre il venture capital, inaspettat­amente nell’era del Covid, s’impenna. Altra storia (e altra bolla) è quella di Elon Musk, fondatore di Tesla, il cui titolo in Borsa valeva nei giorni scorsi 660 miliardi di dollari. Come finirà la corsa?

La copertina è dedicata a Enrico Loccioni da Ancona, che con le sue macchine hitech controlla la qualità delle imprese dall’Eni a Ferrari. Nella sezione Risparmio trovate i consigli per comperare casa nei quartieri più serviti e meno cari delle grandi città.

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I piani di Dettori (Primomigli­o) e i dubbi sulla corsa di Elon Musk e di Tesla

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