Targa a Mosca per un italiano vittima di Stalin
Novecento Un’associazione russa ricorda oggi l’esule antifascista Alice Negro, morto nel Gulag nel 1944
Oggi, 28 febbraio, è il giorno in cui l’associazione civica russa Poslednyj adres (Ultimo domicilio conosciuto) pone targhe a ricordo delle vittime del Gulag, nella via dove hanno abitato prima di finire nella spirale della repressione staliniana. Quest’anno una targhetta — un progetto ispirato alle «pietre d’inciampo» per le vittime della Shoah — ricorda Alice Negro, un giovane tipografo di Biella, iscritto dal 1921 al Partito comunista, che nel 1931 arriva in Urss. Nel 1937 è arrestato per propaganda antisovietica, poi viene liberato e l’ambasciata italiana gli nega il visto di rientro in patria. Nel 1941 è arrestato per attività trotskista e mandato nel lager di Usol’skij, vicino a Perm’. Muore nel maggio 1944, ufficialmente per «vizio cardiaco». Nel 1957 è riabilitato.
Adesso le targhe — un rettangolo d’acciaio di 11 centimetri per 19, disegnato da Aleksandr Brodskij — hanno superato i cento nomi e sono presenti in 56 città. Alice Negro è il secondo italiano a venire ricordato: il primo è stato nel 2019 Olinto Bertozzi, un altro comunista arrestato per spionaggio e fucilato nel 1938. Il suo indirizzo, dove è stata posta la targa, è a Mosca, vicolo Furmannyj 18, mentre quello di Alice Negro, sempre nella capitale russa, si trova in vicolo Kapel’skij 13. L’iniziativa è partita nel 2014, con il motto «Un nome, una via, una targa» e prende sempre l’avvio da segnalazioni di singoli cittadini. Per la verifica delle informazioni ci si basa sull’archivio dell’associazione Memorial, che ha raccolto i dati di oltre tre milioni di vittime delle repressioni nell’Urss. A Mosca sono ancora vivi alcuni parenti di Alice Negro che partecipano oggi alla cerimonia, mentre altri vivono a Dubai e in Italia, dove Alice aveva lasciato il fratello Ateo e Guglielmo, figlio del primo matrimonio.