Ibra: «Niente politica»; LeBron attacca: «Io non sto zitto»
Zlatan Ibrahimovic attacca, LeBron James risponde. Un gran bel duello fra giganti, in tutti i sensi, quello che vede dialetticamente opposti il campione del Milan e la star dei Lakers della Nba. Il tema è interessante e ruota attorno a una domanda semplice ma per niente scontata: un atleta di alto livello ha il dirittodovere di impegnarsi politicamente e socialmente? Secondo Ibra, no. E l’ha detto chiaro e tondo, tirando in ballo proprio LeBron, che ha fatto dello slogan «More than an athlete», «più di un atleta», una filosofia di vita. In una recente intervista per la Uefa a Discovery+, Zlatan lo aveva attaccato: «LeBron è fenomenale in quello che sta facendo, ma non mi piace quando le persone che hanno una sorta di status fanno politica». Spiegando il concetto in questo modo: «Io gioco a calcio perché sono il migliore a giocare a calcio, non faccio il politico». La replica di James, in prima linea a fianco del movimento Black Lives Matter, è arrivata venerdì notte dopo la vittoria su Portland: « Io non starò mai zitto contro le ingiustizie. Per molto tempo ci è stato detto che non eravamo in grado di parlare di altro. Non è più così, non sarà più così». Poi LeBron è andato in tackle su Ibrahimovic, senza però mai nominarlo: «Comunque è buffo che lui dica queste cose, perché è lo stesso ragazzo che nel 2018 ha parlato di razzismo in Svezia legato alle sue origini. Non era stato lui, quando era tornato in patria, a dire che sentiva un certo tipo di razzismo in campo solo perché il suo cognome era diverso da quello degli altri? Era lui, giusto?». Sì, era lui. Nel 2018 Zlatan aveva accusato la stampa svedese di criticarlo sempre e comunque: «Mi attaccano perché mi chiamo Ibrahimovic e non Andersson o Svensson».