L’Irlanda spiana l’Italia «che non sa gattonare»
La 30ª sconfitta consecutiva dell’Italia nel Sei Nazioni è arrivata ed è stata più brutale del previsto (10-48, 1 meta contro 6). L’Irlanda, che gioca un rugby feroce e con pochissime sbavature, che ha come scopo la demolizione progressiva dell’avversario, ha fatto pochissima fatica per indirizzare la partita e chiuderla all’inizio della ripresa. La lezione di breakdown, la battaglia di terra, impartita agli azzurri ha fruttato 3 mete in poco più di mezzora. L’Italia ha anche avuto 10 minuti buoni nel primo tempo, ma non ha segnato e l’unica meta, di Meyer (su una bella giocata di Garbisi), è arrivata appena prima del riposo.
Al rientro, l’Irlanda ha marcato ancora mettendo al sicuro il punto di bonus e da lì in poi la partita è diventata confusa e piena di errori. Due cartellini gialli (a Zilocchi e Bigi) hanno tolto agli azzurri anche le ultime illusioni e se a Twickenham qualcosa di buono si era visto, la partita di ieri è stata la fotocopia di quella con la Francia.
«Siamo molto delusi, soprattutto per il risultato — racconta il c.t. Franco Smith —, siamo stati battuti nel breakdown, forse per colpa nostra, forse per merito dell’Irlanda. In Italia, a questo livello, tanti ragazzi devono imparare a giocare, a essere fisicamente pronti. Tutti ci chiedono una vittoria, ci proviamo, ma per adesso gli altri sono meglio di noi. Prima di camminare dovremo gattonare e per farlo abbiamo bisogno del sostegno di tutto il rugby italiano». Insomma: la luce in fondo al tunnel ancora non si vede.
Brutte notizie anche per la Francia, colpita da un’epidemia di Covid che ha costretto al rinvio (forse a luglio) della partita con la Scozia. La ministra dello Sport Roxana Marcineau ha chiesto alla federazione di scoprire come si sia sviluppato il focolaio nella bolla dei bleus. In mancanza di una spiegazione convincente minaccia di non far giocare le altre partite.