Conte guiderà la rifondazione dei 5 Stelle Benedizione di Grillo: andremo lontano
Riscriverà lo statuto per creare un ruolo ad hoc. E il garante blocca il direttivo a cinque: aspettiamo il progetto
L’ex premier Giuseppe Conte riparte dai Cinque Stelle. Sarà lui a guidare la rifondazione del Movimento. Un compito che arriva con l’imprimatur di Beppe Grillo. «Ora è arrivato il momento di andare lontano» dice il garante parlando al gotha dei pentastellati. Ma tra la base del M5S restano ancora alte le tensioni.
«Bisogna aspettare, attendiamo il più possibile con il voto sul comitato direttivo. Diamo il tempo a Giuseppe di presentarci il suo progetto»: Beppe Grillo parla per mezz’ora, è un fiume in piena, sulla terrazza dell’Hotel Forum a Roma dove ha riunito il gotha M5S per varare e blindare l’ingresso dell’ex premier nel Movimento. Tutti insieme per approvare la svolta che il garante vuole imprimere e far sì che Conte non venga tradito dal fuoco amico. Schierarsi contro l’ex presidente del Consiglio — fa intendere Grillo — è come mettersi contro il garante.
Lo showman ligure torna in prima linea proprio per tenere insieme i vari pezzi, le varie anime dei Cinque Stelle allo sbando. «Abbiamo le tecnologie, le idee e lo spirito di comunità che ci ha sempre contraddistinto. Ora è arrivato il momento di andare lontano», scriverà qualche ora dopo sul blog. Ma in queste parole c’è il senso del discorso del garante, che difende anche il ruolo di Rousseau: «Per noi è fondamentale, va ripagato il debito che abbiamo e fatto un contratto di servizio». Davide Casaleggio è assente, ma Grillo ne ricorda il ruolo (e si preannuncia anche un confronto tra i due). I big che assistono al suo intervento lo descrivono «carico e contento». L’idea del garante è quella — come anticipato dal Corriere — di mettere in mano a Conte un Movimento nuovo.
Una sfida che l’ex premier raccoglie. Anche se ancora non ha un incarico formale. Anche se come viene precisato «lavorerà a questo progetto e se verrà condiviso da tutti solo allora si impegnerà a realizzarlo». L’ex presidente del Consiglio prende la parola (per circa trenta minuti) e spiega le sue idee, quelle di un Movimento più aperto alla società civile. Ad ascoltarlo ci sono tutti i maggiorenti M5S: da Luigi Di Maio a Roberto Fico, da Stefano Patuanelli a Paola Taverna, i capigruppo, Vito Crimi, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. E ancora l’ex portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino, l’avvocato Andrea Ciannavei e Pietro Dettori. Sono arrivati tutti al summit «segreto» prima di mezzogiorno (gli ultimi a giungere al Forum sono stati proprio l’ex premier e il garante) e lì «in un clima conviviale» sono rimasti al ristorante sulla terrazza per quasi quattro ore. «Il primo step di un percorso che si avvia»: dice un Cinque Stelle.
Già, perché molto probabilmente i contatti andranno avanti nelle prossime settimane una volta che l’ex premier avrà definito i contorni del nuovo Movimento e quali modifiche statutarie attuare. «Io vi faccio una proposta poi la si valuta insieme», ragiona
«Andare lontano»
Il vertice a Roma con i big. Poi il fondatore sul blog: è il momento di andare lontano
con i big l’ex premier. Un passaggio «chiavi in mano» necessario per ridisegnare la struttura. Le ipotesi sono ancora «tutte possibili»: dal presidente al leader. Il garante preferirebbe una «guida sicura» (non una struttura appunto), ma ha dato mandato pie
no a Conte. Di sicuro alla fine del processo ci sarà un voto su Rousseau. Ma anche in questo caso ci sono due spade di Damocle sul Movimento. La prima riguarda la scelta dei membri del comitato direttivo che da statuto appena varato va fatto entro metà marzo, la seconda riguarda i cavilli e le cause legali pendenti. Queste ultime sono materia «professionale» per il Conte avvocato, mentre il primo punto imporrà una scelta a breve sui tempi del percorso iniziato al Forum. Se non si voterà, tornerà una fase di stallo politico con tutti gli impicci del caso (sconfessando però tutto il lavoro — costi compresi — degli Stati generali). E Conte dovrà ridisegnare lo statuto a partire da lì. E non sono escluse sorprese. «Si può fare tutto», chiosa un pentastellato.
Ma nel Movimento le tensioni rimangono altissime. Se l’ingresso di Conte è ben visto praticamente da tutti, molti non hanno gradito il «caminetto» riservato a pochi big. «Squadra che perde non si cambia», commenta sarcastico un Cinque Stelle. E ancora dice un altro: «Non possono decidere i dodici che hanno condotto il Movimento sull’orlo del baratro». Anche in questo caso Conte — viene assicurato — «avrà libertà di manovra»: ossia potrà scegliere i suoi uomini su cui rifondare il Movimento.
L’ex premier dovrà anche confrontarsi con la pattuglia dei fuoriusciti che provano a ingrossare le fila: si parla di nuovi contatti per avere «numeri importanti» a Camera e Senato. Una sfida per pesare di più e sfilare l’elettorato al Movimento che li ha cacciati. «Questa settimana faremo passi avanti», dice una fonte.