Le toghe contro Renzi sull’Arabia Bonetti: ma Riad sta aprendo sui diritti
Magistratura democratica: svende l’Italia. Anche Meloni all’attacco. La ministra lo difende
Non solo la politica, adesso le critiche arrivano anche dalla magistratura. La rivista della corrente di sinistra delle toghe, Magistratura democratica, si chiama Questione Giustizia e ha appena pubblicato un articolo intitolato «Legittimare un despota per un piatto di lenticchie»: si parla dei rapporti tra Matteo Renzi e il regime di Riad.
«Si è assistito a una svendita a prezzi di saldo non dell’immagine di Matteo Renzi ma di quella del nostro Paese — si legge nel trimestrale — messo in evidente imbarazzo dalla sconcertante performance televisiva di un suo esponente politico di primo piano». La difesa dell’ex premier è affidata a Elena Bonetti, ministra renziana alla Famiglia:
negli studi di SkyTg24 prende le parti del senatore di Rignano, finito sotto accusa per i suoi rapporti con il regime di Riad. «Renzi — per la ministra — ha chiarito con puntualità le questioni poste, non si è sottratto alle responsabilità». E ancora, sempre secondo Bonetti, «siamo consapevoli di come l’Arabia Saudita, Paese del G20, sia un baluardo sul fronte della lotta al terrorismo e abbia iniziato un allargamento dei diritti».
L’ex premier e le sue truppe non intendono retrocedere, quindi, anzi rivendicano i rapporti con il principe Mohammad bin Salman, indicato in un report della Cia come il mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi. Solo un mese fa Renzi aveva promesso che una volta conclusa la crisi di governo si sarebbe materializzato davanti alla telecamere e avrebbe risposto alle domande dei giornalisti. Ma non c’è stata alcuna conferenza stampa: resta agli atti una e-news nella quale Renzi di fatto si auto-intervista. Non a caso impazzano le ironie sui social, l’hashtag #cinerenzi è nei trend topic. E il diretto interessato come si difende? Pubblica sui social una foto di sé in bicicletta e non sembra intenzionato né a un passo indietro né tantomeno a un mea culpa: «Oggi è una giornata bellissima, con un sole che scalda il cuore. Non è il giorno giusto per fare polemica o per arrabbiarsi».
Va da sé che la discussione non si placa. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, attacca: «L’intelligence Usa collega direttamente l’atroce omicidio di Khashoggi in Turchia alla famiglia reale saudita e in particolare al principe ereditario Mohammad bin Salman, che avrebbe dato l’ordine di sequestrarlo e farlo a pezzi per le critiche che muoveva al regime saudita. Si tratta dello stesso principe elogiato servilmente da Matteo Renzi come fautore di un nuovo Rinascimento».
Pd, Leu e M5S invitano il leader di Italia viva a fare chiarezza, non ritenendo sufficienti le risposte che lo stesso Renzi ha fornito, sabato sera, con la e-news.
Dalle parti del Nazareno interviene Andrea Romano, portavoce di Base riformista, la corrente guidata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti: «Ho atteso la risposta per commentare le sue recenti dichiarazioni sul regime saudita. Una risposta che è venuta sabato e che rende ancora più grave, se possibile, l’irresponsabilità politica dell’aver definito “rinascimentale” un regime ferocemente oppressivo e l’irresponsabilità morale e istituzionale del ricevere un compenso economico da una dittatura straniera mentre si svolgono le funzioni di senatore della Repubblica italiana». Prende di mira l’ex premier anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana: «Caro Renzi, le domande cui devi rispondere hanno a che fare certo con una questione morale importante ma anche con una questione di sicurezza nazionale».
Il senatore pubblica una foto in bicicletta: oggi c’è il sole, non facciamo polemiche
Pd, Leu e 5 Stelle invitano l'ex premier a fare chiarezza: risposte insufficienti