Corriere della Sera

Nigeria, libere anzi no: giallo sulle ragazze rapite a scuola

- A. Mu.

Passano le giornate davanti alla scuola. Aspettano per ore davanti al cancello dell’istituto da cui sono state rapite le loro figlie. Sono in trepida attesa di notizie. Sono state liberate oppure no, si chiedono in una domenica segnata da annunci e smentite: un saliscendi di emozioni per la gente di Jangebe, villaggio nello Stato di Zamfara, Nordovest della Nigeria. Ieri mattina alcuni media nigeriani avevano dato notizia del rilascio delle oltre 300 studentess­e prelevate a forza dai dormitori la scorsa settimana: alcune indiscrezi­oni le davano al sicuro nel palazzo dell’emiro di Anka.

Ma con il passare delle ore non è arrivata nessuna conferma ufficiale. Anzi nel pomeriggio le autorità locali hanno gelato gli entusiasmi: il ministro della Sicurezza di Zamfara ha negato che le studentess­e siano state liberate; così pure un collaborat­ore del governator­e Bello Matawalle che ha parlato di sforzi ancora in corso per mettere le ragazze in salvo; il commissari­o di polizia ha invitato a non tenere in consideraz­ione «qualsiasi fake news riguardant­e la liberazion­e delle studentess­e». La speranza è che nel giro di voci e smentite qualcosa si stia muovendo e le giovani tornino libere. Come ha auspicato papa Francesco che ieri dopo l’Angelus ha invitato a pregare per loro: «Cari fratelli e sorelle unisco la mia voce a quella dei vescovi della Nigeria per condannare il vile rapimento di 317 ragazze portate via dalla loro scuola. Preghiamo per queste ragazze perché possano presto tornare a casa. Sono vicino alle loro famiglie e a loro. Preghiamo insieme».

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