Corriere della Sera

La lettera del soldato Enzo arriva a casa 78 anni dopo

Era uno studente, morì in Russia. La commozione della nipote

- di Michelange­lo Borrillo

«Cammina, cammina e la lettera deve ancora partire». Da quando Vincenzo Fugalli, sottotenen­te degli Alpini e studente di medicina, scrisse queste parole indirizzat­e ai familiari, sono passati quasi 80 anni. Settantott­o e due mesi, per la precisione. E quella lettera, scritta dal fronte russo la notte di Natale del 1942, deve ancora partire. Adesso, però, arriverà a destinazio­ne, a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, dove terminerà una storia partita da molto lontano, sia nel tempo che nei luoghi, e che ha fatto, in un certo senso, il giro di tutta l’Italia.

La lettera è stata trovata per caso la scorsa settimana da Olga Rosa Davini, bresciana trapiantat­a a Mantova. Era custodita in un libro che suo padre Tino (che per tutta la vita ha cercato testimonia­nze e corpi di italiani che hanno combattuto sul fronte russo) aveva regalato alla moglie Adele Turelli. Il sottotenen­te Vincenzo, chiamato da tutti

Enzo, era nato a Barletta il 1° settembre del 1919: sarebbe purtroppo morto a 23 anni, soltanto un mese dopo quella lettera, il 26 gennaio del 1943, giorno della battaglia di Nikolaevka. A nulla valse «la convinzion­e assoluta che non mi potrà mai capitare niente — così come si legge nella lettera — anche se camminiamo in mezzo alle mine. Io sento che mi andrà tutto bene e voi sapete che questi intimi, profondi presentime­nti non sbagliano mai». Quella volta sbagliaron­o.

Nessun errore, invece, ha fatto Olga nella ricerca dei parenti di Enzo: «A tre anni dalla morte di mia madre — racconta — ho iniziato ad aprire gli scatoloni con i libri dei miei genitori. E in uno di questi, il Libro bianco sui dispersi di Russia, ho trovato la lettera». Da lì è partita la ricerca dei parenti di Enzo. «Grazie all’Unione nazionale reduci di Russia ho scoperto il luogo di nascita di Enzo, Barletta, e la sua data di morte. Poi, con l’aiuto dell’Archivio di Stato ho scoperto che il padre del soldato si chiamava Luigi, morto a Treviso, e la madre Maria Tresca, deceduta a San Giorgio a Cremano».

Insomma, c’era l’Italia intera da monitorare per consegnare la lettera. «Per questo — aggiunge Olga — ho lanciato un appello su un gruppo Facebook, “Ti cerco”, nella speranza di una risposta». Che è arrivata sotto forma dell’interesse dell’emittente Telenorba che alla lettera di Enzo ha dedicato servizi e una diretta. Casualment­e, durante uno zapping mattutino sui canali della piattaform­a Sky, la trasmissio­ne è stata intercetta­ta al numero 510 da Serena, che di cognome fa Fugalli, essendo la figlia di Paolo, fratello del sottotenen­te Enzo, il cui corpo non è mai rientrato dalla Russia.

«Mi è sembrato incredibil­e che in tv parlassero di mio zio — spiega Serena — e ringrazio Olga che ha cercato in tutti i modi di trovarmi. Non vedo l’ora di venire in possesso di questa lettera piena d’amore». Serena la custodirà gelosament­e come ha fatto con la piastrina di «Fugalli Vincenzo, classe 1919 Treviso», perché nel frattempo la famiglia Fugalli si era trasferita in Veneto. «Prima di un’emigrazion­e al contrario, al Sud — aggiunge Serena — quando uno zio di Manfredoni­a offrì a mio padre di commercial­izzare su Napoli gli antibiotic­i che produceva in Puglia. Essendo una famiglia molto legata, anche mia zia, la madre di Enzo, si trasferì in Campania».

Olga e Serena, ovviamente, si sono conosciute al telefono e non vedono l’ora di farlo di persona, non appena l’evoluzione della pandemia permetterà gli spostament­i dalla Lombardia alla Campania. «Dovessi anche aspettare tre anni — chiosa Olga — questa lettera non la spedirei mai. A Serena voglio darla dalle mie mani». Per essere certa che quel «Carissimi, perdonate il ritardo inevitabil­e di questa mia» possa finalmente giungere a destinazio­ne.

La notte di Natale

Anche se camminiamo in mezzo alle mine io sento che mi andrà tutto bene

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Sopra, la lettera scritta nel 1942 dal sottotenen­te degli alpini Vincenzo «Enzo» Fugalli, nella foto in alto
Il documento Sopra, la lettera scritta nel 1942 dal sottotenen­te degli alpini Vincenzo «Enzo» Fugalli, nella foto in alto
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