Perfette, ma fredde Che sfilate vogliamo?
Uno finisce persino per rimpiangere i lati oscuri della Fashion Week: i ritardi, le resse prima, dopo e durante gli show, le liti per i posti (assegnati) che sono stati occupati, la musica troppo alta o troppo bassa, la modella che sbaglia il passaggio, persino la delusione di una sfilata da cui ci si aspettava di più. E se mancano le emozioni in negativo, figurarsi quelle in positivo. Mai come a questo giro di passerelle virtuali si è sentita la mancanza della presa diretta. Tutto troppo perfetto, costruito. Nulla lasciato al caso del fattore umano, dello sbaglio e certo, ancor di più, anche del successo. Ore e ore di registrazioni per dieci minuti di video, freddamente impeccabili. E in più con la consapevolezza che pochi riescono a cogliere la mastodontica macchina dell’organizzare, il tutto nel rispetto delle regole del distanziamento. Il giorno dopo, anche un Giorgio Armani si chiede: «Ma chi mai avrà capito quanto ci siamo impegnati: due show, 180 uscite, la difficoltà di trovare le modelle e i modelli, le precauzioni, le registrazioni? No, non sono la stessa soddisfazione ed emozione». Un lavoro faticosissimo (e costoso tanto quanto, se non di più) per tentare di raccontare qualcosa che ha bisogno di essere visto, toccato, respirato, improvvisato. Si sa, non è possibile di questi tempi. Però indubbiamente se si fosse mantenuto lo status della diretta «vera» ma senza pubblico (o pochissimi tamponati), forse qualche emozione in più sarebbe arrivata anche al di là di uno schermo. Ma così è impossibile rispettare i tempi, si dice: un live dopo l’altro significherebbe modelle e quant’altro (a questo giro hanno lavorato in poche, proprio per la formula del registrato) che si spostano di là e di qua della città. Verissimo, ma perché non provare ad applicare (se ancora si dovesse) la declamata regola del «meno è meglio»? Un calendario «possibile», più snello, ma in diretta. Non dieci show virtuali, ma quattro/cinque (che contano e possono) veri e in sicurezza. Poi un programma per i «registrati», aperto, e in loop. Tanto che importanza ha? Oggi, ultima giornata, facciamo la prova: Dolce & Gabbana (registrata) e Valentino (in diretta). Voto emozionale?