Into the Wild Ricominciare a viaggiare
In roulotte per Dsquared2, a cavallo per Elisabetta Franchi. Storie di ripartenze
Cavalli&roulotte. Più chiaro di così. Voglia di vivere all’aria aperta. D’altronde le sfilate in corso devono o no raccontare come ci si vestirà per il prossimo autunno-inverno? Fra otto mesi. Dunque perché non pensare (positivi) che questo incubo finirà e la vita riprenderà? Sembra blasfemia, certo. Oggi poi, che tante regioni sono ripiombate nel profondo arancione. Non è facile per un settore costretto non solo a sopravvivere al quotidiano, ma anche a prevedere di essere pronto e confezionato in un tempo mai così lontano. E se la riflessione alle prime tre «tornate» di sfilate virtuali (giugno, settembre e gennaio) era stata di «rassegnazione» a distanziamenti e reclusioni con suggerimenti a vestire di conseguenza (tute&pigiami, tutt’al più una blusa sopra), in questa quarta edizione sta vincendo l’esortazione: «Vestiti ed evadiamo». Dsquared2, cioè i gemelli Dean e Dan Caten, nati e cresciuti in Canada, non potevano che «affittare» una roulotte, molto Into the Wild, e ambientare lì le loro collezioni uomo e donna, lasciando libera l’immaginazione di sognare gite fuori-porta, scampagnate e viaggi senza connessioni ma con il suggerimento di non rinunciare anche in città a piumini, giubbotti, jeans trattati, trench con le toppe, completi di pelle, montoni «ibridati» (con velluti o tweed) pullover tricot; boot aggressivi (li firma Patrick Cox). Un lui&lei mai così in armonia per il brand: e se l’uomo è una certezza, la donna, smorzato lo stiletto, ci guadagna decisamente.
A cavallo monta invece Elisabetta Franchi con la sua collezione presentata in tv, dalla scuderia della Malaspina, fra Bergamo e Milano. Ispirazione didascalica, per il giorno e per la sera: cup e leggings da cavallerizza, mantelle e pantaloni d’argento, cappelli da gaucho e tailleur, lunghi preziosi e stivali, bluse di chiffon e guanti, frustino e giacchette avvitate, gonnellone di pelle e piccole bluse. Non sbaglia il prodotto, la stilista fra le più amate nei social: più di 11 mila visualizzazioni per la diretta sul suo Ig da 2,4 milioni di follower.
Si concede un «viaggio» più introspettivo Marianna Casati per Drome. La stilista ha lavorato su una raccolta di scatti del 1985 di Stephen Willats che ha fotografato tre persone nella loro vita di giorno (nella city) e di notte (nei club). «Allora non potevi essere quello che volevi, c’erano molti pregiudizi. Ma oggi non è più così». Un video «alla David Lynch» per esprimerlo fra tailleur stretti in vita da cinte punk, giacche strong di pelle su gonne per bene, chemisier con gli anfibi. Pelle e maglia come focus, naturalmente. Dna, più che mai anche per Fila che festeggia così i suoi 110 anni di storia nello sport. Un curatore «cool», la stylist Katie Grand, e un archivio iconico. Ripresi i colori (rosso, bianco e blu) e rimescolati con glam il gioco è servito. Facile cosi!