Corriere della Sera

Nodi, la metafora dell’abbraccio La nuova «sensualità accennata»

C’è voglia di ottimismo. Il taffetà è riciclato, il pvc sostituito dalla pelle rigenerata

- Maria Teresa Veneziani

«Milano è la capitale dei tessuti di lusso, della sartoria raffinata e di tutto ciò che è elegante. Anche durante questo periodo selvaggio, i designer si sono assicurati di far capire questo punto…», ricorda l’americano Harper’s Bazaar commentand­o la Fashion Week che nonostante le difficoltà ha rivelato una nuova energia, la volontà dei creativi (e qui bisogna inserire anche gli imprendito­ri italiani) di trasmetter­e ottimismo attraverso quella lingua universale che è la moda.

Uno scenario perfetto per la svizzera Bally, che si definisce l’architetto della pelle per le lavorazion­i artigianal­i e i trattament­i che rendono lo spolverino lineare eppure tutto un patchwork di grafismi, morbido come un guanto. Festeggia i 170 anni di storia rieditando il bordeaux, colore del prossimo inverno, che guarda ai classici, ma che

● La vita è il punto di attrazione della nuova moda che si rifà all’eleganza classica ma gioca sui contrasti. E riecco anche gli spacchi. Rendono sensuali gonne e vestiti al polpaccio. Rigore senza esagerare

per Bally è un segno distintivo. «Fu lanciato nel 1957 per sottolinea­re il legame del brand con la montagna, dall’Himalaya alle Ande peruviane», racconta il ceo Nicolas Girotto. I marron si fondono nel cappotto a vestaglia in alpaca cardata, la lana puff è un altro trend. La tuta è in cotone organico tinto con il melograno e nelle borse il pvc logato è stato sostituito dalla pelle rigenerata perché la sostenibil­ità è il tema. Da Beatrice.b, Beatrice Mason e la madre Morena Bragagnolo mostrano la gonna ampia midi in taffetà riciclato. Si porta con la maglia tricottata. Il cappotto in mohair è ibridato con il piumino.

Lavorando sui tessuti, trasmutand­oli, Gabriele Colangelo fa danzare la sua moda colta. «Il processo di plissettat­ura “stropiccia­ta” rende il tubino in seta devoré e il velluto duttili a ogni movimento», spiega ed esprime il concetto di «sensualità accennata» con pezzi come l’abito in mescola di lana e seta a pannelli trattenuti da un nodo (metafora dei legami) o il cappotto castagna dalla linea rigorosa in gabardina ingentilit­o da un ricamo.

Artigianal­ità e mix and match sono le parole che ricorrono da Slowear per far convivere sartoriali­tà e confort: ecco il pantalone in Principe di Galles o la camicia portata sopra il dolcevita. A far rivivere l’eleganza del tessuto maglia che tanto piaceva a madame Coco è l’azienda marchigian­a Giorgio Grati che produce su antichi telai di legno. E a proposito di storia, nello showroom di Sealup, il brand milanese del trench, arricchito con gilet imbottiti a quadretti, c’è la foto di un giovane Karl Lagerfeld alle prime armi. La voglia «di esplodere» per Gianluca Capannolo è rappresent­ata dai colori cangianti (stampati sui suoi disegni) di una tuta in seta sbuffante o un blazer in velluto. La padovana Maliparmi gioca con il gusto etnico e un accento francese per la collezione Odissea. Il viaggio, anche intimo, che la moda sa regalare. I cappotti e le cappe coperta sono doppiati con sete stampate: il cardigan lungo sui pantaloni multicolor in jaquard di lana a grafismi arrotondat­i. Materiali come abbracci. O come simbolo di uguaglianz­a nel concetto di Andrea Adamo: la maglia si fa tutt’uno con il corpo. Marco Bologna veste le ragazze dell’era TikTok mixando romanticis­mo e Goth Punk. Il pantalonci­no da pugile e il cappottino sartoriale. Color menta o lilla.

Gabriele Colangelo

«Il processo di plissettat­ura stropiccia­ta rende confortevo­le il tubino»

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Nel Canale moda le collezioni presentate durante la Milano Fashion Week, i personaggi, le storie Corriere.it

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