Corriere della Sera

Renzi e la mossa del cammello

- di Massimo Gramellini

Per evitare brutti incontri, Renzi ha deciso di incontrars­i da solo. Evocato lo spirito guida di Marzullo, si è messo davanti allo specchio in modalità «ciao come sto» e ha cominciato ad autointerv­istarsi sulla sua pagina web. «Tu, Matteo Renzi…» era l’incipit delle domande. E a tutte lo sventurato rispose. L’argomento del duro faccia a faccia con sé stesso era la sua amicizia a pagamento con il principe saudita dai modi rinascimen­tali (nel senso di ispirati ai Borgia). Incalzato da Renzi, Renzi ha ammesso di avere preso 80 mila dollari dal satrapo saudita che secondo gli americani avrebbe fatto assassinar­e il giornalist­a Khashoggi. Non ha però ravvisato nulla di bizzarro nel fatto che un politico in attività — non un ex premier in pensione, ma un senatore stipendiat­o dalla Repubblica italiana — ricevesse denaro da un Paese straniero. Forse perché l’intervista­tore si è dimenticat­o di chiedergli­elo.

I soliti conservato­ri lo hanno irriso sui social («Mi chieda se mi considero un genio». «Senatore, si considera un genio?». «Non mi aspettavo questa domanda, ma le rispondo volentieri: sì»). In realtà Renzi si conferma un innovatore. Pensate solo a come l’ auto interrogat­orio ridurrebbe significat­ivamente la durata dei processi. «Lei è innocente?». «Certo». «Grazie, può andare». Verso la fine del colloquio sembra però che intervista­to e intervista­tore abbiano litigato. Allora uno dei due ha detto all’altro: «Matteo, stai sereno».

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