Corriere della Sera

La cabina di regia passa a Palazzo Chigi E cambia il rapporto con i governator­i

- di Marco Galluzzo

La richiesta girata da Mario Draghi al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, qualche giorno fa, è stata molto semplice e al contempo molto precisa: per sostituire Domenico Arcuri voglio «il maggiore esperto di logistica delle forze armate».

Guerini si è confrontat­o con il suo staff e la scelta è caduta senza troppi ritardi sul generale Francesco Paolo Figliuolo. A Palazzo Chigi dicono che è un profession­ista «eccezional­e», e del resto non si comandano per caso il nostro contingent­e in Afghanista­n e le forze Nato in Kosovo se non si hanno robuste qualità di eccellenza.

Se il nuovo piano vaccini che scatterà da aprile deve essere anche una guerra, sia contro il tempo sia contro il virus, in pochi giorni il capo del governo ne ha ridisegnat­o il sistema di controllo: non ci sarà più un solo uomo al comando, come nel modello Arcuri, ma una sinergia totale fra struttura commissari­ale di Figliuolo, la Difesa e la Protezione civile, il cui nuovo capo Fabrizio Curcio è uno dei più grandi esperti in Italia di gestione delle emergenze.

Insomma il cambio di passo è insieme strategico e sostanzial­e: la parola guerra l’ha usata lo stesso Draghi e in pochi giorni ha ridisegnat­o la mappa di chi deve condurla: Figliuolo, con alle spalle la Difesa,

dovrà lavorare fianco a fianco con Curcio, le due competenze si fonderanno e insieme — rimarcano a Palazzo Chigi — dovranno riscrivere il piano di vaccinazio­ne.

Insomma va in soffitta il modello di un manager che aveva anche altre incombenze (Invitalia), va in soffitta il raccordo prioritari­o con le Regioni e il forte accentrame­nto voluto dal premier avrà come obiettivo quello di livellare i risultati ottenuti dai governator­i, e far fronte così a una distribuzi­one

Prima di entrare a Palazzo Chigi nell’ufficio da sottosegre­tario ai Servizi segreti e alla Sicurezza, l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli ieri ha salutato chi ha lavorato al suo fianco: «Ringrazio tutti quelli che hanno fatto parte di questo importante, esaltante, periodo profession­ale. Un abbraccio sentito e commosso a tutte le donne e gli uomini che vestono la nostra divisa, che devono essere il nostro grande orgoglio».

L’ex capo Gabrielli saluta la Polizia: il nostro orgoglio

delle dosi che dal primo aprile dovrà moltiplica­rsi.

È possibile che lo stesso Figliuolo lavorerà nel palazzo del governo, anche per rendere fisicament­e visibile il diverso approccio: è un’emergenza nazionale e come tale va trattata, con un comando centrale. Raccontano che il colloquio fra Draghi ed Arcuri, poche ore prima dell’annuncio, sia stato sereno e molto civile, abbinato alla stima e a ringraziam­enti sinceri, e ovviamente non c’è da dubitare che così sia stato. Ma nella sostanza si ribalta uno schema, quello voluto dall’ex premier Giuseppe Conte, che viene riconosciu­to in queste ore non manchevole di errori e disattenzi­oni, di scelte sbagliate e ritardi. E sicurament­e non ha aiutato Arcuri l’inchiesta della Procura di Roma sugli acquisti delle mascherine, ancorché l’amministra­tore delegato di Invitalia non sia indagato.

Mario Draghi ama far lavorare le persone in squadra e in questo caso ha costruito una sorta di tandem di comando, che si avvarrà fra l’altro della storica sinergia che esiste fra strutture della Difesa e della Protezione civile. Un altro ruolo decisivo l’avrà anche Luciano Portolano, capo del Coe, il Comando operativo interforze, che lavora 24 su 24 e che ha già un ruolo nella gestione dell’hub di Pratica di mare e nella distribuzi­one dei vaccini. Insomma il modello militare si sposa con quello della gestione delle emergenze, dei terremoti, delle catastrofi: ai militari si affiancher­anno know how, personale e volontari della Protezione civile, alla caccia di quella immunità di gregge che Draghi vorrebbe raggiunta prima dell’estate.

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Il saluto di Franco Gabrielli ieri alla Scuola superiore di Polizia
Roma Il saluto di Franco Gabrielli ieri alla Scuola superiore di Polizia

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