Il pm: pagati per il trasbordo dei migranti
L’accusa della Procura di Ragusa. Indagati l’ex disobbediente Casarini e l’ex assessore di Venezia Caccia
L’accusa di avere preso 27 migranti a bordo «in cambio di denaro» rimbalza dalla Procura di Ragusa e piomba come un’onta vergognosa su chi opera a bordo delle navi umanitarie, anche se ogni generalizzazione viene respinta con sdegno da tanti operatori impegnati con il cuore nel soccorso ai naufraghi. Ma fa effetto apprendere che è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, per violazione del codice della navigazione e per questo presunto commercio di migranti pure il gran capo degli attivisti no global, Luca Casarini.
Accusato di essere coinvolto in una trattativa economica culminata il 12 settembre nel trasbordo di 27 migranti dalla nave danese Maersk Etienne, che li aveva soccorsi 38 giorni prima, alla Mare Jonio, la nave operante per conto della Ong «Mediterranea Saving humans-aps», con Casarini spesso capo missione.
Stavolta indicato come gran manovratore di un odioso business, se davvero dovessero essere confermati i reati ipotizzati dai pm di Ragusa che muovono le stesse accuse nei confronti di altri tre protagonisti da tempo in prima linea: l’ex assessore di Venezia Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante Pietro Marrone. Per cercare i loro contatti telefonici, per ricostruire scambi di messaggi e controllare eventuali rapporti economici, sono stati eseguiti sequestri di cellulari, computer e documenti in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Lapedona e Montedinove nelle Marche, a Mazara Del Vallo e Augusta.
Pesanti le accuse di un’inchiesta che è già un caso politico con Salvini pronto a chiedere un incontro con Draghi e il ministro Lamorgese.
Obiettivo dei magistrati è analizzare la pratica del soccorso in mare promossa dal 2018 dallo staff di Mediterranea attraverso la compagnia armatoriale «Idra social sghipping». Il dubbio degli inquirenti è che la Mare Jonio si sia mossa verso la Maersk Etienne dopo avere stabilito un prezzo per recuperare i 27 migranti stremati dall’attesa e liberare l’equipaggio della portacontainer. Circostanza non provata per i legali di Mediterranea, a cominciare da Serena Romano, l’avvocata palermitana da ieri mattina impegnata nella lettura del carteggio arrivato da Ragusa, certa del massimo rispetto delle convenzioni internazionali da parte di Casarini e degli altri indagati. Anche lei in linea con la nota ufficiale della società con cui si attacca il procuratore di Ragusa: «Ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong arrivando a sostenere che “bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita”».