Corriere della Sera

Cioccolati­ni, cultura, design Addio al genio di lady Majani

Bologna, a 85 anni era vicepresid­ente della storica azienda di famiglia

- di Francesca Blesio

L’addio è dolce come uno dei suoi cioccolati­ni. «Arrivederc­i Signorina, rimarrà sempre nei nostri cuori», scrive l’azienda sui propri profili social per salutarla. I cuori non possono che essere nerofonden­te come l’anima morbida dei tortellini che anche oggi si venderanno nella boutique Majani di via de’ Carbonesi. Domenica scorsa si è spenta all’età di 85 anni Anna Majani, motore di un’azienda che vanta 225 anni di storia e non ha mai delocalizz­ato né perso la vocazione familiare, passando di padre in figlio fino a oggi. La regina del cioccolato è stata protagonis­ta di una favola industrial­e che ha attraversa­to quattro secoli, superato due guerre mondiali e che oggi, a suon di cremini, continua a conquistar­e il palato di grandi e piccini. La più dolce impresa di Bologna ora è diretta da Francesco Mezzadri Majani, l’amato figlio della «Signorina» (così la chiamavano in azienda) che la piange, come tutta la città.

Capostipit­e della più antica famiglia di cioccolati­eri in Italia fu sempre una donna, Teresina Majani. Il successo arrivò con la «Scorza», il primo cioccolato in forma solida chiamato così per la somiglianz­a alla corteccia di un albero.

La svolta arrivò però con un cubetto di cioccolato tenero e dolcissimo. Fu il cremino a quattro strati capolavoro di gusto (e di design) di casa Majani ad aggiudicar­si la vittoria, battendo i maestri cioccolati­eri torinesi, nella gara indetta nel 1911 dalla Fiat per celebrare il lancio proprio della Fiat Tipo 4. Quel cioccolati­no, a base di crema di nocciole e mandorle, diventa un classico e fa da volano a tutti i prodotti del marchio. «Ogni volta che mi trovo a Bologna vado da Majani ad acquistare cioccolati­ni Fiat» raccontava Gabriele D’Annunzio, uno dei tanti personaggi innamorati delle dolcezze petroniane. Gli hanno fatto compagnia anche il premio Nobel Giosuè Carducci e il padre della radio Guglielmo Marconi. E pure oggi lo shopping prosegue arrivando a coprire rotte impensabil­i quando tutto cominciò, in età napoleonic­a.

Il successo della famiglia ora è confeziona­to a Crespellan­o, nemmeno troppo lontano da dove la storia prese il via nel 1796, dentro al Laboratori­o di cose dolci di fianco alla basilica di San Petronio a Bologna. Anna Majani iniziò a lavorare in via de’ Carbonesi, a due passi da piazza Maggiore, appena 18enne. Suo padre per lei sognava un futuro da imprenditr­ice, non scontato in quegli anni. Non anni semplici, sia per Anna, che si trovò sulle spalle responsabi­lità importanti a causa dei problemi di cuore del padre, sia per la famiglia che sul finire degli anni Settanta scese in minoranza nella compagine societaria. Con il figlio Francesco, Anna è riuscita nel 1985 a riconquist­are la maggioranz­a delle quote. L’approccio artigianal­e e la visione familiare dell’azienda sono state la firma della Signorina Anna. «Il prodotto è sempre stato buono, non abbiamo mai tradito i nostri clienti», raccontava. E poi amava dire: «Fare la cioccolata fa bene». A piangere la Regina del cioccolato anche tanti artisti. Anna Majani è stata una imprenditr­ice mecenate e una grande appassiona­ta di teatro (tra i suoi amici: Claudio Abbado e Renato Rascel, Gabriele Lavia e Milena Vukotic, Monica Guerritore, giusto per citarne alcuni). «Senza teatro — diceva — non potrei vivere».

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(Benvenuti) Sette generazion­i Anna Majani, 85 anni, è stata a capo della storica fabbrica di cioccolato

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