GAMESTOP, GLI ATENIESI A WALL STREET
Il gruppo di ateniesi che sulla collina di Pnice votavano nella prima società democratica al mondo erano convinti che quello fosse di gran lunga il miglior sistema di governo della cosa pubblica. Certo, aveva delle pecche, ma garantiva al popolo di partecipare e incidere su tutte le decisioni più importanti che lo riguardassero. Desiderosi di far conoscere questa meravigliosa invenzione alle altre popolazioni, un gruppetto di loro decide di imbarcarsi su una macchina del tempo che casualmente li trasporta, 2500 anni dopo, a Wall Street.
Scendono davanti a una statua raffigurante un enorme toro e chiedono ai passanti dove sono. Di fronte alla Borsa di New York, si sentono dire, dove vengono decise le valutazioni delle principali società della Terra. E chi le decide? Un gruppo di professionisti, che sulla base di attente analisi, compra e vende determinando il prezzo dei vari titoli. Un’oligarchia, orrore! pensano gli ateniesi. Non va assolutamente bene, bisogna introdurre il concetto del voto popolare, uno vale uno, tranne le donne, ovvio.
Il primo problema che devono risolvere è come riuscire a raccogliere i voti di tutti. Gli spiegano che nel mondo di oggi è una banalità. C’è internet e i social assomigliano a immense piazze virtuali. Immaginate una Pnice piena zeppa di cittadini di tutto il mondo. Milioni di persone, a perdita d’occhio.
Bene, pensano, anche se ad Atene in effetti i votanti sono poche migliaia.
Funzionerà lo stesso. Ma radunarli e permettergli di comprare e vendere direttamente costerà un mucchio di soldi. Noi veniamo pagati quando dobbiamo lasciare il lavoro per andare a votare nelle Assemblee. Nessun problema, gli rispondono. Innanzitutto, oggi si lavora da casa. E poi ci sono tantissime piattaforme di trading sulle quali puoi operare gratis. Gratis? Certo, è la base della rivoluzione tecnologica di internet. Nessuno paga, o almeno questo è quello che si crede. Un po’ diffidenti — in fin dei conti parliamo di un popolo colto e abituato a ragionare — gli ateniesi decidono comunque di provare a fare un esperimento.
Gennaio 2021. Senza esserne consapevoli stanno per dare inizio a un fenomeno che passerà alla storia come democrazia finanziaria. Lanciano un dardo sull’enorme tabellone di titoli quotati e colpiscono una società che si chiama GameStop. Strano nome, cosa fa? Non importa, dice il loro leader, un’azienda vale l’altra. Attiviamo i forum e diamo al popolo il potere di decidere il suo prezzo. Nel giro di un mese il valore della società passa da 1 miliardo a 25 miliardi di dollari per poi crollare a 3 miliardi.
I greci assistono allibiti alle folli oscillazioni del titolo. Non sarà, pensano, che ci è sfuggito qualcosa? Come loro costume organizzano una riunione per discutere e capire cosa sia andato storto. Sicuramente, concordano, hanno sottovalutato la quantità di soldi in circolazione. Un fenomeno del genere può accadere solo quando c’è una enorme liquidità nel sistema. I mille miliardi di dollari immessi dalla Banca Centrale americana nell’ultimo anno, anche spedendo assegni direttamente alle famiglie, sono stati l’ossigeno per l’incendio che si è sviluppato.
Hanno anche chiaramente sottostimato la forza esplosiva che possono raggiungere piccolissime somme, investite da milioni di persone, quando vengono canalizzate su obiettivi specifici. Anche qui, come in Grecia, sono i demagoghi, i capipopolo, a guidare le genti in base ai propri interessi o a quelli di chi li paga. Non si chiamano Pericle e hanno nomi fantasiosi e a volte volgari, ma sanno come trascinare le persone.
Non hanno tenuto nella giusta considerazione la facilità di utilizzo della tecnologia. Alle loro Assemblee partecipa al massimo il 10% degli aventi diritto. Le persone hanno da fare. Qui chiunque, da casa, può iscriversi a un sito di trading online e trasformare la propria camera da letto in una sala operativa. A cui dedicare anche solo mezz’ora al giorno.
Infine, hanno sopravvalutato l’efficacia del sistema di regole esistenti. Ad Atene ci sono le Magistrature che funzionano benissimo e i Regolamenti
Analogie
sono chiari. Qui c’è una grande confusione e perfino gli adolescenti comprano e vendono su internet in barba ai divieti.
Su quest’analisi sono tutti d’accordo. Rimangono però dei punti interrogativi. Uno, in particolare, li inquieta. Non riescono proprio a capire perché siano tutti così arrabbiati. In Grecia si discute, si litiga, ma senza l’odio e l’aggressività da cui si viene colpiti entrando in rete. I più anziani ipotizzano che si sia creata una frattura profonda tra il popolo e chi lo rappresenta. Le persone percepiscono di non contare, di essere irrilevanti rispetto alle decisioni politiche che vengono prese. Vedono crescenti disuguaglianze anche dove, in realtà, le cose vanno meglio di prima. Questo non può che provocare risentimenti e conflitti contro coloro che, gli è stato detto, vengono definiti i Poteri Forti.
Molti dei partecipanti alla storia di GameStop non sono quindi entusiasti sostenitori della democrazia finanziaria. Sono dei potenziali rivoluzionari, prestati alla finanza. Un problema ben più grande da risolvere di una bolla speculativa. Talmente grande che i nostri ateniesi decidono sia più saggio rientrare. Hanno fatto già tanto, introducendo un’innovazione che modificherà per sempre le regole del mercato azionario. Spetta ai futuri leader saperla cavalcare o esserne travolti. Loro, nel frattempo, devono occuparsi di questioni ben più serie. In patria li attendono un certo Crizia e suo nipote Platone che vanno farneticando di rappresentanti del popolo scelti in base alle loro competenze. Li chiamano i Migliori.
Anche qui, come in Grecia, sono i demagoghi, i capipopolo, a guidare le genti in base ai propri interessi o a quelli di chi li paga