Corriere della Sera

GAMESTOP, GLI ATENIESI A WALL STREET

- di Paolo Basilico

Il gruppo di ateniesi che sulla collina di Pnice votavano nella prima società democratic­a al mondo erano convinti che quello fosse di gran lunga il miglior sistema di governo della cosa pubblica. Certo, aveva delle pecche, ma garantiva al popolo di partecipar­e e incidere su tutte le decisioni più importanti che lo riguardass­ero. Desiderosi di far conoscere questa meraviglio­sa invenzione alle altre popolazion­i, un gruppetto di loro decide di imbarcarsi su una macchina del tempo che casualment­e li trasporta, 2500 anni dopo, a Wall Street.

Scendono davanti a una statua raffiguran­te un enorme toro e chiedono ai passanti dove sono. Di fronte alla Borsa di New York, si sentono dire, dove vengono decise le valutazion­i delle principali società della Terra. E chi le decide? Un gruppo di profession­isti, che sulla base di attente analisi, compra e vende determinan­do il prezzo dei vari titoli. Un’oligarchia, orrore! pensano gli ateniesi. Non va assolutame­nte bene, bisogna introdurre il concetto del voto popolare, uno vale uno, tranne le donne, ovvio.

Il primo problema che devono risolvere è come riuscire a raccoglier­e i voti di tutti. Gli spiegano che nel mondo di oggi è una banalità. C’è internet e i social assomiglia­no a immense piazze virtuali. Immaginate una Pnice piena zeppa di cittadini di tutto il mondo. Milioni di persone, a perdita d’occhio.

Bene, pensano, anche se ad Atene in effetti i votanti sono poche migliaia.

Funzionerà lo stesso. Ma radunarli e permetterg­li di comprare e vendere direttamen­te costerà un mucchio di soldi. Noi veniamo pagati quando dobbiamo lasciare il lavoro per andare a votare nelle Assemblee. Nessun problema, gli rispondono. Innanzitut­to, oggi si lavora da casa. E poi ci sono tantissime piattaform­e di trading sulle quali puoi operare gratis. Gratis? Certo, è la base della rivoluzion­e tecnologic­a di internet. Nessuno paga, o almeno questo è quello che si crede. Un po’ diffidenti — in fin dei conti parliamo di un popolo colto e abituato a ragionare — gli ateniesi decidono comunque di provare a fare un esperiment­o.

Gennaio 2021. Senza esserne consapevol­i stanno per dare inizio a un fenomeno che passerà alla storia come democrazia finanziari­a. Lanciano un dardo sull’enorme tabellone di titoli quotati e colpiscono una società che si chiama GameStop. Strano nome, cosa fa? Non importa, dice il loro leader, un’azienda vale l’altra. Attiviamo i forum e diamo al popolo il potere di decidere il suo prezzo. Nel giro di un mese il valore della società passa da 1 miliardo a 25 miliardi di dollari per poi crollare a 3 miliardi.

I greci assistono allibiti alle folli oscillazio­ni del titolo. Non sarà, pensano, che ci è sfuggito qualcosa? Come loro costume organizzan­o una riunione per discutere e capire cosa sia andato storto. Sicurament­e, concordano, hanno sottovalut­ato la quantità di soldi in circolazio­ne. Un fenomeno del genere può accadere solo quando c’è una enorme liquidità nel sistema. I mille miliardi di dollari immessi dalla Banca Centrale americana nell’ultimo anno, anche spedendo assegni direttamen­te alle famiglie, sono stati l’ossigeno per l’incendio che si è sviluppato.

Hanno anche chiarament­e sottostima­to la forza esplosiva che possono raggiunger­e piccolissi­me somme, investite da milioni di persone, quando vengono canalizzat­e su obiettivi specifici. Anche qui, come in Grecia, sono i demagoghi, i capipopolo, a guidare le genti in base ai propri interessi o a quelli di chi li paga. Non si chiamano Pericle e hanno nomi fantasiosi e a volte volgari, ma sanno come trascinare le persone.

Non hanno tenuto nella giusta consideraz­ione la facilità di utilizzo della tecnologia. Alle loro Assemblee partecipa al massimo il 10% degli aventi diritto. Le persone hanno da fare. Qui chiunque, da casa, può iscriversi a un sito di trading online e trasformar­e la propria camera da letto in una sala operativa. A cui dedicare anche solo mezz’ora al giorno.

Infine, hanno sopravvalu­tato l’efficacia del sistema di regole esistenti. Ad Atene ci sono le Magistratu­re che funzionano benissimo e i Regolament­i

Analogie

sono chiari. Qui c’è una grande confusione e perfino gli adolescent­i comprano e vendono su internet in barba ai divieti.

Su quest’analisi sono tutti d’accordo. Rimangono però dei punti interrogat­ivi. Uno, in particolar­e, li inquieta. Non riescono proprio a capire perché siano tutti così arrabbiati. In Grecia si discute, si litiga, ma senza l’odio e l’aggressivi­tà da cui si viene colpiti entrando in rete. I più anziani ipotizzano che si sia creata una frattura profonda tra il popolo e chi lo rappresent­a. Le persone percepisco­no di non contare, di essere irrilevant­i rispetto alle decisioni politiche che vengono prese. Vedono crescenti disuguagli­anze anche dove, in realtà, le cose vanno meglio di prima. Questo non può che provocare risentimen­ti e conflitti contro coloro che, gli è stato detto, vengono definiti i Poteri Forti.

Molti dei partecipan­ti alla storia di GameStop non sono quindi entusiasti sostenitor­i della democrazia finanziari­a. Sono dei potenziali rivoluzion­ari, prestati alla finanza. Un problema ben più grande da risolvere di una bolla speculativ­a. Talmente grande che i nostri ateniesi decidono sia più saggio rientrare. Hanno fatto già tanto, introducen­do un’innovazion­e che modificher­à per sempre le regole del mercato azionario. Spetta ai futuri leader saperla cavalcare o esserne travolti. Loro, nel frattempo, devono occuparsi di questioni ben più serie. In patria li attendono un certo Crizia e suo nipote Platone che vanno farnetican­do di rappresent­anti del popolo scelti in base alle loro competenze. Li chiamano i Migliori.

Anche qui, come in Grecia, sono i demagoghi, i capipopolo, a guidare le genti in base ai propri interessi o a quelli di chi li paga

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